L'amore è l'occasione unica di maturare, di prendere forma, di diventare in sé stessi un mondo.
Una volta si sapeva (o si sospettava, forse) di avere in sé la morte come il frutto ha il nocciolo. I bambini ne avevano una piccola in sé e gli adulti una grossa. Le donne l'avevano nel grembo e gli uomini nel petto. La si aveva e questo dava a ciascuno una speciale dignità e un silenzioso orgoglio.
Tacito amico delle molte lontananze, senti
come lo spazio accresci ad ogni tuo respiro.
Con le fosche campane nella cella oscillando
rintocca anche tu. Ciò che ti consuma
diverrà forza grazie a questo cibo.
Tu entra ed esci dalla metamorfosi.
Qual è la tua esperienza che più duole?
Se t'è amaro il bere, fatti vino.
In questa notte in cui tutto trabocca
sii magica virtù all'incrocio dei tuoi sensi,
dei loro strani incontri sii tu il senso.
E se il mondo ti avrà dimenticato,
dì alla terra immobile: Io scorro.
All'acqua rapida ripeti: Io sono.
Vedi, io non sono, ma se fossi,
sarei il centro della poesia;
sarei l'Esatto cui la vita,
confusa, non sentita, contraddice.
Vedi, io non sono. Perché gli altri sono;
mentre si vanno incontro
dimenticandosi in cieca brama –
io entro tacito nel cane
vuoto e nella pienezza del fanciullo.
Quando m'affondo in loro e trasfiguro
Da loro il mio lume puro traspare…
Ma all'improvviso ritornano a spegnersi:
perch'io non sono. […] Poesie sparse
Dov'è nella mia arte il mestiere, il punto più profondo e più umile, dal quale mi sia concesso di iniziare a operare? Voglio percorrere a ritroso ogni cammino fino a quell'inizio, e tutto ciò che ho fatto non sarà stato nulla, meno ancora dello spazzare una soglia su cui il prossimo ospite lascerà di nuovo l'orma della vita.
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