Ragionare coi piediRagionare coi piedi: ho imparato a scuola questa espressione di scherno rivolta agli scolari. Non ho avuto obiezioni alla formula finché non ho cominciato a salire in montagna. Nelle salite come nelle discese ho imparato a ragionare coi piedi.

Appoggiarli sul ripido senza farli slittare.

Misurare l’ampiezza della falcata secondo la pendenza.

Guardare i punti di appoggio per i piedi prima di effettuare il passaggio con le dita sulla parete.

Lo scalatore sa che vengono prima i piedi delle mani. Il loro appoggio trovato decide il successivo movimento del corpo.

Si usa l’espressione: intelligenza motoria. In una scalata sta nei pochi centimetri delle dita dei piedi che dettano il passaggio da eseguire.

Il primo traguardo dell’infanzia non è il balbettio di qualche sillaba, ma la statura eretta. L’abilità di reggersi staccando le mani da terra sta nei pochi centimetri del piede. La scoperta dell’equilibrio è il primo entusiasmo.

Ci ho messo mezza vita a capire che i piedi ragionano, con una sapienza che risale alla scelta decisiva fatta dall’homo erectus.

La civiltà umana proviene dalla libertà che i piedi hanno concesso alle mani, staccandole da terra.

Il gioco del calcio ha poi assegnato dignità e valore alla macchina del piede. Quello sinistro di Maradona andava imbalsamato.

Crediti
 Erri De Luca
 Coi piedi
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Quotes per Erri De Luca

Napoli è una città che brulica di vita e di storia, ha avuto un passato grandioso e ha energie non solo per partecipare a un futuro, ma anche per precederlo.

Ho fatto parte di una gioventù politica, che aveva dalla sua la quantità numerica e l'istruzione superiore, miscela che fu allora detonante. Ho fatto parte di una massa critica intransigente e perciò avversata con l'antico sistema delle prigioni. Cerco nei poeti il grido, non la serenata.  Grido non serenata

Chi legge ha un vantaggio quasi sleale rispetto a chi non legge. Ci sono solo due momenti in cui un prigioniero non è in prigione: quando dorme e quando legge.

A scuola c'erano i poveri e gli altri. Quelli della povertà come me ricevevano alle undici un pane con una marmellata di cotogne, portato dal bidello. Con lui entrava un profumo di forno che squagliava la bocca. Agli altri niente, avevano una merenda portata da casa. Un'altra differenza era che quelli della povertà in primavera avevano la testa rasata per i pidocchi, gli altri conservavano i capelli...'  Il giorno prima della felicità

Si cresce tacendo, chiudendo gli occhi ogni tanto, si cresce sentendo d'improvviso molta distanza da tutte le persone.