D’un tratto nella sua mente sorse straordinariamente vivida l’immagine della detenuta coi suoi occhi neri, lievemente strabici. Come aveva pianto dopo aver finito di parlare. Nervosamente egli schiacciò nel portacenere la sigaretta che stava fumando, ne accese un’altra e si mise a camminare su e giù per la stanza. E uno dietro l’altro presero forma nel suo ricordo i momenti trascorsi con lei. Rammentò l’ultimo appuntamento, la passione che s’era impossessata di lui e la disillusione provata dopo aver soddisfatto i sensi…Ritrovò la propria immagine di un tempo…Enorme la differenza tra l’uomo che era stato allora e quello di adesso…allora egli era un uomo forte e libero, davanti al quale si aprivano possibilità infinite. Ora si sentiva impigliato ovunque nella rete di una vita sciocca, vuota, senza scopo, insulsa. Irretito com’era, non vedeva alcuna via di uscita e gli mancava quasi completamente la volontà di trovarne una. Si ricordò com’era fiero una volta della propria dirittura, come s’era fatto una norma di dir sempre la verità. E la diceva sempre. Ora invece era immerso completamente nella menzogna; nella più tremenda delle menzogne: quella che tutti gli uomini del suo ambiente prendevano per verità.
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