La mia ispirazione proviene da un’ossessione per la filosofia, e il vedere dietro e oltre la vita per come ogni giorno ci appare; le solite domande esistenziali, vale a dire. Le mie opere sono rappresentazioni simboliche delle mie visioni e riflessioni su questo. Le creature nei miei lavori sono dunque folli, isolate o sperdute, in cerca di un qualche assoluto in mezzo al relativo, tentando di riconoscere una verità obbiettiva, o solo divenendo nichilisti del tutto. Rifiuto la maggior parte dell’arte moderna e avant-garde, in altre parole quasi tutta l’arte oggi vista, basata su tempo, contesto, consenso e stupefacente vanità. Non ho propensione per il mondo dell’arte istituzionale, sono per l’underground e per il confronto delle mie opere con l’arte di ogni secolo, o con ogni altra cosa, come un poema o un calcolatore tascabile. Buone cose. Comunque, non mi piace spiegare poi molto le mie immagini. Intendo lasciare che si reggano in piedi o cadano da sole.
Rappresentazioni simboliche delle visioni
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