Resistenza, atto di creazione e poetica dell'inoperosità
Deleuze definiva l’atto di creazione come un atto di resistenza. [Ma] non definisce che cosa significhi resistere e sembra dare al termine il significato corrente di opporsi a una forza o a una minaccia esterna. Colui che possiede – o ha l’abito di – una potenza può tanto metterla in atto che non metterla in atto. La potenza – questa è la tesi geniale, anche se in apparenza ovvia, di Aristotele – è, cioè, definita dalla possibilità del suo non–esercizio. L’architetto è potente, in quanto può non costruire, la potenza è una sospensione dell’atto. Vi è, in ogni atto di creazione, qualcosa che resiste e si oppone all’espressione. Resistere, dal latino sisto, significa etimologicamente arrestare, tener fermo o arrestarsi. Questo potere che trattiene e arresta la potenza nel suo movimento verso l’atto è l’impotenza, la potenza-di-non. La potenza è, cioè, un essere ambiguo, che non solo può tanto una cosa che il suo contrario, ma contiene in sé stessa un’intima e irriducibile resistenza. Spero che a questo punto ciò che intendevo parlando di una poetica dell’inoperosità sia in qualche modo più chiaro. E, forse, il modello per eccellenza di questa operazione che consiste nel rendere inoperose tutte le opere umane è la stessa poesia. Che cos’è, infatti, la poesia, se non un’operazione nel linguaggio, che ne disattiva e rende inoperose le funzioni comunicative informative, per aprirle a un nuovo, possibile uso?

Crediti
 Giorgio Agamben
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Quotes per Giorgio Agamben

Che cos'è il mistero Rimbaud, se non il punto in cui la letteratura si annette il suo opposto, cioè il silenzio? La gloria di Rimbaud non è forse divisa, come ha osservato giustamente Blanchot, fra le poesie che egli ha scritto e quelle che ha rifiutato di scrivere?

Glenn Gould, a chi attribuiamo l'abito di suonare il piano, non fa che usare di sé, in quanto suona e sa suonare abitualmente il pianoforte. Egli non è il titolare o il padrone della potenza di suonare, che può mettere o non mettere in opera, ma costituisce sé in quanto avente l'uso del piano, indipendentemente dal suo suonarlo o non suonarlo in atto. L'uso, come abito, è una forma-di-vita e non il sapere o la facoltà di un soggetto.  L'uso dei corpi

Il potere può decidere arbitrariamente chi è degno di protezione e chi può essere escluso.  Homo Sacer

Il potere include gli individui nella comunità legale attraverso la loro esclusione.  Homo Sacer

L'esclusione determina una vulnerabilità che riduce l'individuo a una mera esistenza biologica.  Homo Sacer