Non posso più vivere con me stesso.” Questo era il pensiero che continuava a ripetersi nella mia mente. Poi, improvvisamente, mi resi conto di quanto fosse strano. “Sono uno o due? Se non posso più vivere con me stesso significa che ci sono due ‘me': l'‘Io' e il ‘sé' con cui ‘io' non riesco più a convivere. Forse” pensavo, “solo uno di essi è reale.
La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario. Non sono le situazioni a farti infelice. Possono procurarti dolore fisico, ma non ti fanno infelice, i tuoi pensieri ti fanno infelice. Le tue interpretazioni, le storie che racconti a te stesso, ti fanno infelice.
Dissolvere l'inconsapevolezza Ma non rispondete immediatamente a queste domande. Dovete rivolgere la vostra attenzione verso l'interno.
Date un'occhiata dentro di voi.
Che genere di pensieri sta producendo la vostra mente?
Che cosa percepite?
Rivolgete la vostra attenzione all'interno del corpo. Vi è tensione? Quando rilevate che vi è un basso livello di disagio, il rumore di fondo, vedete in che modo state evitando, opponendo resistenza o negando la vita, mediante la negazione dell'Adesso. Il potere di adesso
Dissolvere il corpo di dolore State attenti all'apparire in voi di ogni segno di infelicità, in una qualunque forma: può trattarsi del risveglio del corpo di dolore. Può prendere la forma d'irritazione, impazienza, uno stato d'animo oscuro, un desiderio di ferire, rabbia, furia, depressione, un bisogno di avere un po' di dramma nella vostra relazione, e così via. Afferratelo nel momento in cui si risveglia dal suo stato latente. Il potere di adesso
Non preoccupatevi dei frutti della vostra azione, limitatevi a prestare attenzione all'azione in se stessa. I frutti verranno da soli. Questo è una potente pratica spirituale.
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