Ricettività alla critica
Il genere di «ricettività alla critica» tipico della società moderna nella sua forma attuale è paragonabile al modello invalso nei camping per roulotte.
Il camping è aperto a chiunque possegga una roulotte e il denaro per pagare la quota di soggiorno. Gli ospiti vanno e vengono; nessuno presta molta attenzione al modo in cui è gestito il posto, purché a ciascun cliente sia garantita una piazzola sufficientemente grande, le prese elettriche e i rubinetti dell’acqua siano funzionanti e gli abitanti delle roulotte a fianco non facciano troppo chiasso e tengano basso il volume di radio e televisore portatile dopo una certa ora. Gli ospiti portano nel parcheggio le proprie case agganciate alle auto, equipaggiate di tutto il necessario per il soggiorno, che comunque si sa già essere breve. Ciascun turista ha il proprio itinerario e programma di viaggio. Ciò che tutti loro pretendono dai responsabili del camping è poco più (ma anche niente di meno) che essere lasciati in santa pace e non essere disturbati. In cambio, essi promettono di non contestare l’autorità dei responsabili e pagare quanto dovuto. Poiché pagano, pretendono anche. Si mostrano irremovibili in merito al diritto di usufruire dei servizi promessi, ma per tutti gli altri versi se ne stanno per i fatti propri e si infurierebbero se qualcuno osasse vietarglielo. Occasionalmente, possono reclamare un servizio migliore, e se lo fanno con piglio sufficiente possono anche ottenerlo. Qualora si sentano defraudati o ritengano che i responsabili siano venuti meno alle promesse fatte, i roulottisti possono reclamare il rimborso, ma non si sogneranno neanche di mettere in discussione e rinegoziare la filosofia manageriale del posto, e tanto meno di assumersi la responsabilità di dirigerlo essi stessi. Al massimo, possono decidere di non mettervi mai più piede e di sconsigliarlo agli amici. Una volta partiti per la tappa successiva, il camping rimane esattamente com’era prima del loro arrivo, in nulla cambiato dalla permanenza dei precedenti campeggiatori e in attesa di altri pronti ad arrivare, sebbene possa accadere che, in caso di lamentele costanti e reiterate da parte dei turisti, la direzione decida di cambiare qualcosa, in modo da evitare in futuro il ripetersi delle proteste.

Crediti
 Bauman Zygmunt
 Modernità liquida
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Quotes per Zygmunt Bauman

Le politiche di controllo nei confronti dei migranti alimentano un clima di esclusione e paura nelle società moderne.  La società in cui viviamo

Non è detto che la felicità significhi una vita senza problemi. La vita felice viene dal superamento dei problemi, dalla lotta contro i problemi, dal risolvere le difficoltà, le sfide. Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio, sforzarsi. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal fato.

Così consumiamo ogni giorno senza pensare, senza accorgerci che il consumo sta consumando noi e la sostanza del nostro desiderio. È una guerra silenziosa e la stiamo perdendo.

Un consumatore soddisfatto sarebbe una catastrofe per la società dei consumi, per la quale invece i bisogni devono essere sempre risorgenti, non devono avere mai fine; i consumatori devono essere insaziabili, alla perenne ricerca di nuovi prodotti, avidi di nuove soddisfazioni in un mercato che sforna continuamente prodotti nuovi e inediti. Consumiamo ogni giorno senza pensare, senza accorgerci che il consumo sta consumando noi e la sostanza del nostro desiderio. È una guerra silenziosa e la stiamo perdendo.

Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno, da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro.  Amore liquido