Io non voglio vivere l’esistenza di Budda, più che quella di Confucio. Non più quella di Zenone che quella di Pitagora o di Socrate. Non più quella di Saul di Tarso che quella di Epicuro. Non più quella di Epitteto che quella di Fox. Non più quella di Savonarola o di Gerolamo da Praga, che quella di Wesley o di Giovanni Leyda. Non più quella di Fourier o di Mazzini che quella di Proudhon, di Bakounine o di Reclus. O di tant’altri noti od oscuri. Tutti costoro hanno vissuto la loro vita. Hanno esercitato la loro influenza. Io voglio vivere la mia vita ed esercitare la mia influenza, se questa vale la pena di essere esercitata. Certo, senza disprezzare le esperienze altrui, ma ricordandomi che le loro esperienze sono state relative alle loro conoscenze, alle circostanze, agli ambienti in cui sono vissuti, ai loro temperamenti infine! […] Io voglio vivere per godere della vita. Voglio sentirmi vivere. Lungo la strada, può darsi che debba lottare per strappare ai privilegiati l’accesso a possibilità di godimenti materiali. Ma nel lottare è la vita. Fino all’ultima briciola di energia, io lotterò. E talvolta anche contro me stesso, allorquando fosse il momento di eliminare quelli dei miei bisogni che mi obbligassero a dipendere oltre misura da altri. E godere della vita vorrà dire altresì selezionare, fra coloro coi quali vengo a contatto, i più atti a negare la necessità d’una autorità esterna a se stessi nella determinazione dei propri bisogni e nel governo dei dettagli della propria esistenza quotidiana. Ecco abbastanza di che occuparmi e quanto fa sì che non pensi neppure a rinunciare anzitempo alla vita.
L'importanza di un'infanzia creativa ⋯
La capacità di sopportare o meno una vita monotona dovrebbe essere acquistata nell'infanzia. I genitori moderni sono troppo da biasimare a questo riguardo; essi offrono ai loro figli troppi divertimenti passivi, come gli spettacoli e i dolciumi, senza rendersi conto dell'importanza che ha per un bambino il trascorrere un giorno uguale all'altro, ad eccezione, naturalmente, di qualche rara occasione. I piaceri dell'infanzia dovrebbero essere per lo più quelli che il bambino stesso trae dall'ambiente che lo circonda, con qualche sforzo e un po' d'inventiva. I piaceri eccitanti e che nello stesso tempo escludono l'esercizio fisico dovrebbero essere concessi molto di rado.
Bertrand Russell La conquista della felicità
Filosofia, Pedagogia, SaggioVivere dove non si ha bisogno di parlare ⋯
Ci si guardi dal vivere in un ambiente dinanzi al quale non si può nè tacere dignitosamente , nè comunicare ciò che in noi è più alto , cosicchè non restano da comunicare che le nostre lamentele e i nostri bisogni, e tutta la storia delle situazioni critiche in cui ci siamo trovati . Con tutto ciò si diviene scontenti di sè e scontenti di questo ambiente, anzi alla situazione penosa che ci fa lamentare si aggiunge il disgusto di sentirci sempre lagnosi. Si deve piuttosto vivere laddove ci si vergogna di parlare di sè e non se ne ha bisogno. Ma chi pensa a simili cose, a una scelta in cose del genere! Si discorre del proprio destino, ci si presenta con larghe spalle e si sospira Me sventurato Atlante!
Friedrich Nietzsche Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali
Filosofia, Aforisma, PsicologiaIl desiderio rubato e poi rivenduto ⋯
Il consumo non è scelta, ma fede: una violenza simbolica che ci definisce, rubandoci il desiderio per vendercelo indietro
Jean Baudrillard Patto di lucidità o l'intelligenza del male
Post-strutturalismo, Violenza simbolica, SaggisticaIl superamento dialettico dell'alterità ⋯
La coscienza è per sua natura movimento dialettico, è la lotta incessante per superare l'alterità e riconoscersi nell'oggetto, elevandosi dalla finitezza all'infinito attraverso un processo storico e logico in cui ogni figura della coscienza è un momento necessario.
Georg Wilhelm Friedrich Hegel Fenomenologia dello spirito
Idealismo tedesco, Filosofia, FenomenologiaIl significato di una libertà vera ⋯
La responsabilità è il prezzo della libertà; senza di essa, la libertà stessa diventa illusoria e priva di significato.
Giuseppe Limone La responsabilità di essere liberi la libertà di essere responsabili
Filosofia morale, Etica, Saggistica filosofica
L’anarchia di Errico Malatesta
In questo breve ma denso saggio, Malatesta espone in modo chiaro e accessibile i principi fondamentali del pensiero anarchico. L’autore definisce l’anarchia non come disordine o caos, ma come un’organizzazione sociale basata sulla libera associazione e sulla cooperazione, senza governo né sfruttamento. Il testo smonta i preconcetti comuni e illustra come lo Stato sia la causa della disuguaglianza e del conflitto sociale. È un’opera che invita alla riflessione critica sull’autorità e propone un orizzonte di libertà e solidarietà.
L’unico e la sua proprietà di Max Stirner
Questo libro è considerato il testo fondante dell’individualismo anarchico. Stirner conduce un attacco radicale contro ogni forma di astrazione e di autorità esterna all’individuo, che egli chiama fantasmi: Dio, lo Stato, l’Umanità, la Morale. L’unica realtà per Stirner è l’Unico, l’io concreto e irripetibile, che deve affermare la propria volontà e riappropriarsi del mondo. Non si tratta di un egoismo volgare, ma di una rivendicazione filosofica della sovranità assoluta dell’individuo contro ogni dottrina che pretenda di sottometterlo.
Walden ovvero Vita nei boschi di Henry David Thoreau
L’opera è il resoconto dell’esperimento di due anni che Thoreau condusse vivendo in una capanna da lui costruita sulle rive del lago Walden, in Massachusetts. Più che un semplice diario naturalistico, il libro è una profonda meditazione sulla società, sull’economia e sulla necessità di vivere una vita semplice e deliberata. Thoreau critica il materialismo e la routine alienante della vita moderna, esortando il lettore a risvegliarsi e a scoprire le proprie verità interiori, semplificando i propri bisogni per godere appieno dell’esistenza.
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