Rise con scherno profondo

Oh, certo. Mi guardò assente. Sta’ a sentire, Nick. Voglio dirti che cosa ho detto quando è nata. Hai voglia di saperlo?
Certo
Ti mostrerà come sono diventata. Be’, era nata da meno di un’ora e Tom era Dio sa dove. Mi svegliai dall’etere con una sensazione di abbandono e chiesi subito all’infermiera se era un maschio o una femmina. Mi disse che era una bimba, e così voltai la testa e mi misi a piangere. – Bene – dissi – sono contenta che sia una bambina. E spero che sarà stupida: è la miglior cosa che una donna possa essere in questo mondo, una bella piccola stupida. Capisci, credo che la vita sia una cosa terribile, continuò con convinzione. Tutti lo pensano… i più intelligenti. E io lo so. Sono stata dappertutto, ho visto tutto e ho fatto di tutto. Si guardò attorno con gli occhi fiammeggianti in un atteggiamento di sfida, piuttosto simile a quello di Tom, e rise con scherno profondo.
Cerebrale… Dio, come sono cerebrale!
Nel momento in cui la voce tacque, cessando di attirare la mia attenzione, percepii l’insincerità fondamentale di ciò che aveva detto. Mi sentii a disagio come se l’intera serata fosse stata un trucco per strapparmi il contributo di un’emozione. Aspettai, e un momento dopo Daisy mi guardò con un sorriso affettato sul bel volto, come se mi avesse dichiarato la sua appartenenza a una società segreta piuttosto distinta, di cui facevano parte lei e Tom.

Crediti
 Francis Scott Fitzgerald
 Il grande Gatsby
 SchieleArt •   • 



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