Il dipinto Ritratto del mercante d’arte Guido Arnot di Egon Schiele, datato 1918, raffigura l’amico e sostenitore dell’artista, conosciuto per essere stato il primo mercante d’arte a Vienna a dedicarsi all’opera di Schiele, iniziando ad acquistare i suoi lavori già nel 1912. Il dipinto è stato esposto in diverse mostre, tra cui la LII. Ausstellung der Vereinigung bildender Künstler alla Secession di Vienna nel dicembre 1918-gennaio 1919, la mostra Gedächtnisausstellung Egon Schiele alla Hagenbund e alla Neue Galerie di Vienna nel 1928 e la mostra Tsugouharu Foujita, Egon Schiele alla Kunsthandlung Fritz Gurlitt di Berlino nel 1926. L’opera è passata attraverso diverse collezioni private, tra cui quella di Arnot stesso, che l’ha acquistata direttamente dall’artista nel 1918.
Il dipinto ritrae Arnot in piedi, con una posa solenne e composta, che evidenzia il suo ruolo di mecenate e promotore dell’arte di Schiele. Il volto dell’uomo è nitidamente delineato e privo di sfumature, mentre la figura è inserita in uno sfondo di oggetti che appartenevano alla collezione dell’artista stesso, tra cui un cavallo di legno che compare anche in altre opere di Schiele. Il dipinto, che misura 140,6 x 109,5 cm, è realizzato ad olio su tela e firmato dall’artista in basso a destra. Sul retro è presente una targhetta con la scritta Bildnis des Herrn Guido Arnot/Neue Galerie, Wien.
Il dipinto rappresenta un esempio significativo della capacità di Schiele di rappresentare i volti e le figure in modo intenso e penetrante, trasmettendo l’essenza dell’individuo ritratto. La composizione del dipinto, con il soggetto al centro e lo sfondo di oggetti personali, suggerisce anche una profonda connessione tra l’artista e il mercante d’arte, che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo della sua carriera.
Il ritratto di Guido Arnot è considerato uno dei lavori più importanti di Schiele ed è stato ampiamente studiato dalla critica d’arte. Il dipinto è stato descritto come una rappresentazione del potere dell’arte e dell’individualità del soggetto, ma anche come un’immagine della fragilità dell’individuo e della sua mortalità. La combinazione di elementi personali e universali nel dipinto lo rende un’opera di grande significato artistico e culturale, che continua a suscitare interesse e fascino oggi come all’epoca della sua creazione.
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