Ombre e luci: un viaggio nella menteNella piazza del mercato stanno ammucchiando le fascine. Un folto d’ombra è un misero mantello. Io abito l’immagine di cera di me stessa, un corpo di bambola. Comincia qui la malattia: sono un bersaglio per streghe. Solo il diavolo può divorare il diavolo. Nel mese delle foglie rosse salgo su un letto di fuoco.
È facile dare la colpa al buio: la bocca di una porta, il ventre della cantina. Hanno spento la mia stellina filante. Una signora dalle elitre nere mi tiene in una gabbia di pappagallo.
Che occhi grandi hanno i morti!
Sono intima di uno spirito peloso. Volute di fumo escono dal becco di questa brocca vuota.
Se sono piccina, non posso fare alcun male. Se non mi muovo, non farò cadere niente. Così ho detto, seduta sotto il coperchio di una pentola, minima e inerte come un chicco di riso.
Ora girano le manopole, un fornello dopo l’altro. Siamo pieni di amido, piccoli amici bianchi. Cresciamo. All’inizio fa male. Le rosse lingue insegneranno la verità.
Madre degli scarabei, disserra solo un poco la tua mano: volerò attraverso la bocca della candela come falena illesa. Ridammi la mia forma. Sono pronta a interpretare i giorni în cui mi accoppiavo con la polvere all’ombra di una pietra. Le mie caviglie si accendono. Il fulgore sale lungo le cosce. Sono perduta, perduta, nelle vesti di tutta questa luce.

Crediti
 Sylvia Plath
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Quotes per Sylvia Plath

Rischio di non riuscire più a parlare la lingua degli uomini, persa come sono nel mio mar dei Sargassi interiore.

E io tutta stupidità e franchezza: quanto siamo scemi ad amare davvero.
Senza imbrogliare.
Senza doppi giochi.
È terribile voler andarsene e non voler andare da nessuna parte.

Mi sembrava che la cosa più bella del mondo doveva essere l'ombra, le mille mobili forme e i mille anfratti dell'ombra. C'era ombra nei cassetti delle scrivanie, negli armadi, nelle valigie, ombra sotto le case, gli alberi, le pietre, ombre dietro gli occhi e i sorrisi della gente, e ombra, miglia e miglia e miglia di ombra, sulla faccia notturna della terra.  La campana di vetro

Dunque, d'ora in poi parlerò ogni notte. Con me stessa. Con la luna. Passeggerò, come ho fatto stasera, gelosa della mia solitudine, nell'argenteo livido della fredda luna, che splende facendo brillare una miriade di scintille sui cumuli di neve appena caduta. Parlo da sola e guardo gli alberi scuri, beatamente neutrali. Molto più facile che affrontare gli altri, che dover sembrare felice, invulnerabile, brava. Senza la maschera, cammino parlando con la luna, con la forza neutrale e impersonale che non ascolta, ma si limita ad accettare la mia esistenza.  Diari

Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.  Io sono verticale


Riferimenti