Affinché sia possibile la relazione tra essere e essere, è necessaria una individuazione che comprenda gli esseri tra cui vi è relazione: ciò richiede che negli esseri individuati vi sia una certa carica di indeterminato, cioè di realtà preindividuale che è passata attraverso l’operazione di individuazione senza essere effettivamente individuata. […] La funzione di adattamento, rilevata da Darwin, esiste senz’altro, ma non esaurisce l’intera realtà dell’emozione. […] emozionandosi, l’essere si disadatta non meno di quanto si adatti […] [perché l’emozione] manifesta la persistenza del preindividuale nell’essere individuato; è il potenziale reale che, in seno all’indeterminato naturale, suscita nel soggetto la relazione interna al collettivo che si costituisce […]. In quanto scambio tra il preindividuale e l’individuato, essa prefigura la scoperta del collettivo. Mette in questione l’essere in quanto individuale, perché può suscitare una individuazione del collettivo che comprenderà e vincolerà l’essere individuato. […] l’emozione non è disorganizzazione del soggetto, ma innesco di una nuova strutturazione che potrà stabilizzarsi solo nel collettivo.
Scambio tra il preindividuale e l’individuato
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