Scherzo della Seconda Sinfonia

Il titolo di Sinfonia non vuole suggerire analogie con la forma classica; va piuttosto inteso etimologicamente, come il «suonare insieme» di otto voci e strumenti, oppure, in senso più generale, come il «suonare insieme» di cose, situazioni e significati diversi. […] La terza parte di Sinfonia è forse la musica più «sperimentale» che abbia mai scritto. Si tratta di un omaggio a Gustav Mahler (la cui opera sembra talvolta portare sulle spalle il peso della storia della musica di questi ultimi due secoli) e, in particolare, al terzo movimento, lo Scherzo, della sua Seconda Sinfonia («Resurrezione»). Mahler sta alla totalità della musica di questa terza parte come Beckett sta alla totalità del testo. Il risultato è una specie di viaggio a Citera compiuto a bordo dello Scherzo della Seconda Sinfonia. Il movimento mahleriano è trattato come un generatore (e anche come un contenitore) da cui proliferano un gran numero di personaggi e di caratteri musicali che vanno da Bach a Schönberg, da Brahms a Strauss, da Beethoven a Stravinsky, da Berg a Webern, a Boulez, a Pousseur, a me stesso e altri. I diversi caratteri musicali, sempre integrati al flusso del discorso mahleriano, si combinano assieme o si trasformano – come avviene con quegli oggetti e quelle fisionomie familiari che, poste in una prospettiva, in un contesto e in una luce nuova, acquistano improvvisamente un senso diverso. La combinazione e l’unificazione di caratteri musicali spesso estranei fra loro è forse la motivazione principale di questa terza parte di Sinfonia, di questa meditazione su un objet trouvé mahleriano.

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Crediti
 • Luciano Berio
 • Sinfonia
 • Pinterest • Roberto Ferri Tristezze della Luna •