Schizzo di ritratto (Heinrich Benesch)Il dipinto intitolato Portrait Sketch (Heinrich Benesch?) di Egon Schiele, realizzato circa nel 1917, è un ritratto incompiuto eseguito ad olio su tela. Il retro del dipinto riporta il numero di catalogo P331 e le sue dimensioni sono di 54 7/8 x 43 1/8 (139,5 x 109,5 cm).

Il dipinto ha cambiato proprietario diverse volte, inizialmente appartenuto a Karl Grünwald di Vienna e successivamente passato a Wolko Gartenberg e Hugo Bernatzik, sempre nella stessa città. Attualmente è di proprietà della Neue Galerie, Landesmuseum Joanneum, Graz; Inv. 1/466, che lo ha acquisito nel 1956.

Recenti analisi scientifiche hanno rivelato che il dipinto è stato realizzato non sul retro della tela ma al di sotto di essa, con il pigmento che ha filtrato attraverso la tela col passare del tempo.

Secondo Paul-Bernhard Eipper, studioso dell’arte, questo ritratto potrebbe essere una prima versione del doppio ritratto di Otto e Heinrich Benesch del 1913, che Schiele ha poi scartato. Tuttavia, esiste anche la possibilità che il soggetto del ritratto sia Franz Hauer, deceduto nel 1914, e non Heinrich Benesch, come suggerisce Alessandra Comini.

Nonostante l’incertezza riguardo al soggetto del ritratto, questo dipinto di Schiele è importante perché dimostra la sua tecnica di disegno a matita, che Schiele ha utilizzato per tracciare i contorni del volto e delle mani del soggetto. L’artista ha iniziato a lavorare con l’olio sul viso e sui capelli, utilizzando pennelli di piccole dimensioni per creare le forme delicate delle orecchie e dei capelli.

In conclusione, Portrait Sketch (Heinrich Benesch?) di Egon Schiele è un’opera importante e intrigante dell’artista austriaco, che offre uno sguardo sulle sue tecniche di disegno e di pittura e sulle sue scelte artistiche. Nonostante l’incertezza riguardo al soggetto del ritratto, il dipinto rappresenta un’opera significativa del periodo artistico di Schiele.

Crediti
 Joe Conta
 Disegni di Schiele
 SchieleArt •  Portrait Sketch (Heinrich Benesch?) • 




Quotes casuali

(dal latino cum, reciproco, e jugum, gioco). Dicesi di un genere assai diffuso di lavori forzati, cui si sottopongono due stolti quando si fanno mettere il giogo da un curato.coniugale (aggettivo) Ambrose Bierce
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Vorrei potermi mutare in lupo per affondare denti e artigli, in un'orgia di distruzione, nel ventre putrido della società.Bruno Filippi
La concezione aristocratica della libertà produce, presso quelli che così sono stati educati, un sentimento esaltato del loro valore individuale e un gusto appassionato per l'indipendenza.Alexis De Tocqueville