Continuava a leggere senza posa
Un pomeriggio – sul presto, verso le due e mezzo – cominciò a leggere la prima stesura del suo ultimo romanzo a me, a Margerie e a mia moglie. Tra le righe dattiloscritte le pagine erano piene di aggiunte e modifiche inserite nella sua scrittura sottile. Finiva una pagina e, senza una parola, andava in camera da letto a prendere un pezzo di carta straccia su cui era scritto un paragrafo aggiunto. Avevamo portato una bottiglia di gin. Siccome quella era un’occasione festosa e importante, ne aveva comprate due anche lui. Margerie, mia moglie e io avevamo bevuto parecchio, ma eravamo come stregati dalla sua voce sonante e dallo splendore della sua prosa. Continuava a leggere senza posa, bevendo sorsate di gin liscio, senza inciampare in una sillaba o biascicare una sola parola. Infine, alle due e mezzo del mattino, finì l’ultimo paragrafo, e le tre bottiglie erano vuote. Mia moglie ed io eravamo sfiniti ma elettrizzati. Quando ci alzammo per andar via, Malcolm era immerso in un paragrafo che voleva riscrivere, ma si alzò per farci luce lungo il sentiero accompagnandoci con calore e gratitudine, come fossimo stati noi a fare un favore a lui. “Dio ti benedica”, diceva sempre, anziché “Arrivederci”.

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