In quel tempo io ero come un bambino che ha avuto un giocattolo nuovo, un complicato giocattolo, e nemmeno per un momento lo lascia. Avevo scoperto che a pensare su me stesso e sugli altri e su tutte le cose del mondo stavo in un giuoco inesauribile, come dentro l’infinita catena dei numeri: non che avessi coscienza della scoperta e per volontà mi spingessi nel terribile giuoco, era un fatto naturale come di una pianta che nella grasta è stenta, e trapiantata in campagna irrompe di fronde e radici. Da bambini, nelle scuole elementari, facevamo il giuoco dei numeri: lo zero dopo l’uno e leggevamo dieci –dieci altro zero -cento- e poi ancora zero, uno dopo l’altro, e giungevamo a numeri che nemmeno il maestro sapeva leggere; e ancora mettevamo zeri: così è il pensiero. E mi sentivo come un acrobata che si libra sul filo, guarda il mondo in una gioia di volo e poi lo rovescia, si rovescia, e vede sotto di sé la morte, un filo lo sospende su un vortice di teste umane e luci, il tamburo che rulla alla morte. Insomma, mi era venuto il furore di veder ogni cosa dal di dentro, come se ogni persona ogni cosa ogni fatto fosse come un libro che uno apre e legge: anche il libro è una cosa, lo si può mettere su un tavolo e guardarlo soltanto, magari per tener su un tavolino zoppo lo si può usare o per sbatterlo in testa a qualcuno: ma se lo apri e leggi diventa un mondo; e perché ogni cosa non si dovrebbe aprire e leggere ed essere un mondo?
La vocazione intellettuale della diffidenza ⋯
Diffidare delle parole è meno dannoso della fiducia ingiustificata in esse. Inoltre, diffidare delle parole e accusarle degli orrori che potrebbero nascondere discretamente al loro interno, non è forse questa, in fondo, la vera vocazione dell'intellettuale?
Václav Havel
Filosofia del linguaggio, Etica, Ruolo dell'intellettualeL'unica cosa che possediamo ⋯
Il momento presente è tutto ciò che abbiamo.
Eckhart Tolle Il potere di adesso
Spiritualità, Crescita personale, MeditazioneL'impensabilità del presente tecnico ⋯
La domanda è questa: se non riusciamo a comprendere nulla di ciò che sta accadendo di immensamente vicino a noi e che ci coinvolge totalmente, non vuol dire forse che il rischio supremo per l'uomo di cui parlava Heidegger - cioè l'avvento del nichilismo nella forma di dominio onniperversivo della tecnica moderna - è ormai diventato un destino compiuto? E da questa impensabilità del presente non è forse decretata anche l'impossibilità di stabilire un rapporto significativo del pensiero col passato e col futuro - con tutte le implicazioni che ciò comporta sul piano della conoscenza e dei valori?
Umberto Galimberti Il gesto di caino
Filosofia, Sociologia, Critica della tecnicaLa pazzia di credersi una regina ⋯
Una donna pazza che crede di essere una regina non è più pazza di una regina che crede di essere una regina.
Jacques Lacan Il seminario Libro III
Psicoanalisi lacaniana, Aforisma sulla follia, Saggio di psicoanalisiL'ospite inquietante dei giovani ⋯
I giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive ed orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui. [...] Bisogna educare i giovani a essere se stessi, assolutamente se stessi. Questa è la forza d'animo. Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la propria ombra. [...] Di forza d'animo hanno bisogno i giovani soprattutto oggi perché non sono più sostenuti da una tradizione, perché si sono rotte le tavole dove erano incise le leggi della morale, perché si è smarrito il senso dell'esistenza e incerta s'è fatta la sua direzione.
Umberto Galimberti L'ospite inquietante
Filosofia, Sociologia
Il mondo come volontà e rappresentazione di Arthur Schopenhauer
L’opera esplora la realtà come costruzione del pensiero, dove il mondo si manifesta attraverso la volontà e la percezione. Schopenhauer analizza come l’introspezione riveli significati profondi, simili al “gioco” descritto nel testo. Il libro invita a leggere la realtà come un testo aperto, pieno di livelli nascosti, offrendo una prospettiva filosofica sulla natura dell’esistenza e della mente.
La nausea di Jean-Paul Sartre
Sartre descrive l’esperienza esistenziale di un uomo che scopre l’assurdità della realtà, vedendo ogni cosa come estraniante e densa di significati. Il romanzo riflette sul pensiero che si libra tra scoperta e vertigine, simile al testo analizzato. L’opera è un’immersione nella coscienza che cerca di decifrare il mondo come un libro aperto, affrontando il peso dell’esistenza.
Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche
Nietzsche, attraverso Zarathustra, esplora il pensiero come forza creatrice che trasforma la realtà. Il testo invita a vedere il mondo con occhi nuovi, come un gioco di significati e possibilità. La riflessione sul superuomo e sulla volontà di potenza rispecchia l’atteggiamento del testo analizzato, dove ogni cosa diventa un mondo da scoprire attraverso il pensiero.
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