Scoprire la verità su ciò che temiamo e desideriamo
Spesso non abbiamo consapevolezza di che cosa desideriamo o di che cosa temiamo. Possiamo nutrire un desiderio per anni senza confessarlo nemmeno a noi stessi, o anche solo senza rendercene conto con chiarezza; l’intelletto, infatti, non ne deve sapere nulla, in quanto la buona opinione che abbiamo di noi stessi ne soffrirebbe; se però quel desiderio si realizza, allora dalla nostra gioia apprendiamo, non senza vergogna, che lo avevamo proprio desiderato (per esempio la morte di un parente prossimo, del quale siamo gli eredi). E a volte non sappiamo nemmeno che cosa sia ciò che propriamente ci spaventa, poiché ci manca il coraggio di averne una chiara coscienza. Spesso siamo del tutto in errore persino intorno al motivo autentico in forza del quale facciamo oppure tralasciamo qualcosa, fino a che, infine, un caso qualunque ci sveli il mistero e riconosciamo che il vero motivo non è quello che avevamo ritenuto, bensí un altro che non avevamo voluto confessare a noi stessi, poiché non corrisponde in alcun modo alla buona opinione che abbiamo di noi. Per esempio, ci asteniamo dal fare qualcosa per ragioni puramente morali; o almeno cosí crediamo; in un secondo momento, però, ci rendiamo conto che a trattenerci era soltanto il timore, dato che, non appena non c’è più pericolo, la facciamo senz’altro.

Crediti
 Arthur Schopenhauer
 Supplementi a Il mondo come volontà e rappresentazione
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Quotes per Arthur Schopenhauer

La grande maggioranza degli uomini è fatta in modo tale che, per natura, non sa prendere sul serio nessun'altra cosa se non mangiare, bere e accoppiarsi. Costoro utilizzeranno subito come strumento per i loro scopi meschini - facendone per lo più la propria maschera - tutto ciò che è stato creato dalle rare nature superiori, si tratti di religione, di scienza o di arte.  L'arte di invecchiare

Se abbiamo una volta per tutte conosciuto chiaramente le nostre forze e buone qualità, come pure i nostri difetti e debolezze, fissando in corrispondenza la nostra meta e rassegnandoci per quello che è irraggiungibile, sfuggiremo, grazie a ciò, nel modo più sicuro, fin dove la nostra individualità lo consentirà, al più amaro di tutti i dolori, alla scontentezza di noi stessi, che è l'immancabile conseguenza del non conoscere la propria individualità, della falsa presunzione e della temerarietà che ne deriva.  L'arte di essere felici

Soltanto chi diventa vecchio acquista una rappresentazione concreta e pertinente della vita, dominandola nella sua totalità e nel suo sviluppo naturale, e soprattutto considerandola, non soltanto come gli altri secondo una prospettiva iniziale, ma anche secondo quella finale, tanto da riconoscere in tal modo completamente la sua nullità.  L'arte di invecchiare

Se la pressione del bisogno, della fatica, degli sforzi insopportabili e vani fosse tolta alla vita degli uomini, la loro tracotanza aumenterebbe, anche se non fino a farli scoppiare, certo fino alle manifestazioni di stoltezza, o meglio pazzia furiosa, più sfrenate. Ognuno ha addirittura sempre bisogno di una certa quantità di preoccupazioni, sofferenze o necessità, come la nave, per procedere fermamente e in linea retta, ha bisogno della zavorra.

Perché la vista della luna ha un effetto così benefico, rasserenante ed edificante? La risposta è che essa percorre il suo cammino del tutto estranea agli affanni terreni, e che al cospetto della magnificenza dell'oggetto la volontà, con la sua miseria, scompare completamente dalla coscienza, restando esclusivamente come soggetto conoscente di questo oggetto, il suo correlato, mentre noi abbiamo al tempo stesso la sensazione di condividere quest'attimo con milioni di uomini (la cui differenza da noi, e l'uno dall'altro, solo in ciò svanisce e viene meno), ai quali la nostra contemplazione ci unisce.  Manoscritti berlinesi


Riferimenti