Portrait of Edith (the artist's wife)
«Dunque è così, caro Liside: le cose in cui siamo saggi tutti ce le affidano, Elleni e barbari, uomini e donne, e in esse faremo ciò che vogliamo e nessuno deliberatamente ce lo impedirà, ma in esse saremo liberi, comanderemo sugli altri, saranno cose nostre e quindi ne trarremo vantaggi. Invece le cose nelle quali non saremo abili nessuno ce le affiderà per farne quel che ci pare, ma tutti ce lo impediranno per quanto possono, non solo gli estranei ma anche nostro padre, nostra madre e coloro che ci sono ancora più vicini, e in esse dipenderemo dagli altri e ci saranno estranee, poiché non ne trarremo guadagno alcuno. Sei d’accordo che la questione stia in questi termini?»
«Sono d’accordo».
«Dunque allora saremo amici di qualcuno e qualcuno ci amerà in relazione a ciò in cui non potremo essere di utilità alcuna?»
«No di certo», rispose.
«Dunque ora né tuo padre ama te, né un altro amerà chi è inutile».
«Così pare», disse.
«Se dunque diventi sapiente, ragazzo, tutti ti saranno amici e intimi – perché sarai utile e buono – altrimenti nessun altro, nemmeno tuo padre, tua madre e i parenti ti saranno amici. Pertanto, Liside, è possibile essere orgogliosi di sé nelle cose in cui non si sa ancora pensare?»
«E come potrebbe essere?», chiese.
«E se dunque hai bisogno di un maestro non sai ancora pensare».
«Dici il vero».
«Quindi non puoi essere capace di grandi pensieri, se sei ancora privo di pensiero».
«Per Zeus, Socrate, non mi sembra», disse.
Io, dopo averlo ascoltato, mi voltai verso Ippotale e poco mancò che non commettessi un grande errore, poiché mi venne da dire: «Così, Ippotale, bisogna parlare all’amato, umiliandolo e sminuendolo e non, come fai tu, insuperbendolo e blandendolo».
Però, vedendolo in ansia e turbato da ciò che si diceva, mi ricordai che voleva assistere senza che Liside se ne accorgesse, quindi mi ripresi e mi trattenni dal rivolgergli la parola.

Crediti
 Platone
 Liside
 SchieleArt • Fine Art Images Portrait of Edith (the artist's wife) • 1915




Quotes per Platone

L'uomo è un prigioniero che non può aprire la porta della sua prigione e scappare... deve aspettare, e non è libero di gestire la sua vita finché Dio non lo chiama.

La vera conoscenza non è solo razionale, ma richiede anche una dimensione intuitiva che ci permette di cogliere la verità in modo profondo.  La Repubblica

La libertà consiste nell'essere padrone della propria vita e nel fare poco conto delle ricchezze.

Non c'è nessuna attività di coloro che amministrano la città che sia della donna in quanto donna, né dell'uomo in quanto uomo, ma le nature sono disseminate in entrambi gli esseri, e la donna partecipa secondo natura di tutte le attività, e alla pari l'uomo di tutte.

Ed è ignobile quell'amante volgare che si innamora piuttosto del corpo che dell'anima; e del resto non può essere nemmeno costante, giacché è innamorato di qualcosa che costante non è. Non appena appassisce il fiore del corpo, di cui era innamorato, s'invola lontano, smentendo tanti discorsi e tante promesse, ma chi si innamora di un nobile carattere, ne resta amante per tutta la vita, in quanto si fonde a cosa che resta.  Simposio di Platone