E questo non è un esempio isolato.
Tutti conoscono, almeno per averne sentito parlare, quelle scuole in cui il professore, malgrado la severità dei regolamenti, mai applicati, conta nei suoi allievi null’altro che amici e collaboratori. L’autorità competente ha tutto provveduto e immaginato per punire i piccoli cattivi, ma il maestro, che non è se non un amico più adulto, non sa che farsi degli arnesi di repressione, tratta i fanciulli come fossero uomini, facendo appello alla loro buona volontà ed intelligenza, al loro senso di giustizia, e tutti vi corrispondono con gioia.
Così una minuscola società anarchica, veramente umana, si trova formata, malgrado il mondo e l’ambiente tutto abbiano immaginato per impedirlo: leggi, regolamenti, esempi cattivi, pubblica immoralità.
Sempre nuovi gruppi anarchici sorgono senza posa, malgrado i vecchi pregiudizi ed il peso ingombrante, degli antichi costumi. Il nuovo mondo da noi auspicato spunta tutto intorno, come germinerebbe un nuovo fiore fra vecchie macerie. Non solo esso non è chimerico, come si ripete spesso, ma già vive e si mostra sotto mille forme. Cieco è chi non sa vederlo! Invece, se c’è una società chimerica, impossibile, è proprio questo pandemonio in cui viviamo noi.
Voi riconoscerete che io non ho abusato della critica così facile a farsi della società presente, quale è costituita sulle basi del principio d’autorità e della lotta feroce per l’esistenza. Ma, insomma, se è vero, secondo la definizione della parola, che società significa un insieme di individui che si accostano e si accordano per il comune benessere, certo non si può dire, senza dire una assurdità, che la massa caotica umana odierna costituisca una società!
Secondo i suoi avvocati, — ogni causa cattiva conta i suoi — la società odierna avrebbe per scopo l’ordine perfetto per mezzo della soddisfazione degli interessi di tutti.
E non è una ironia sostener ciò, quando si assiste agli orrori della cosiddetta civiltà europea, con tutta la serie continua dei suoi drammi intestini assassini e suicidi, violenze e fucilate, deperimento e fame, furti, inganni e delitti di ogni specie, truffe, fallimenti, disastri e ruine?
Chi di noi, uscendo di casa, non vede sorgersi vicino lo spettro del vizio e della fame?
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