Tutto ciò che è, il piccolo borghese lo nullifica nel gesto stesso con cui sembra ostinatamente aderirvi: egli conosce solo l’improprio e l’inautentico e rifiuta persino l’idea di una parola propria. Le differenze di lingua, di dialetto, di modi di vita, di carattere, di costume e, innanzitutto, le stesse particolarità fisiche di ciascuno, che costituivano la verità e la menzogna dei popoli e delle generazioni che si sono succedute sulla terra, tutto ciò ha perduto per lui ogni significato e ogni capacità di espressione e di comunicazione. Nella piccola borghesia, le diversità che hanno segnato la tragicommedia della storia universale stanno esposte e raccolte in una fantasmagorica vacuità. Ma l’insensatezza dell’esistenza individuale, che essa ha ereditato dai sottosuoli del nichilismo, è divenuta nel frattempo così insensata da perdere ogni pathos e trasformarsi, uscita all’aria aperta, in esibizione quotidiana.
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