Sfido tutti i guardiani del mondo
Il caporeparto mi aveva chiesto di fare per l’indomani lo straordinario. Mi ha detto: «Di Ciaula, è da molto che tu non fai straordinari, domani puoi venire, è sabato e poi domenica ti puoi riposare. Vieni dalle sette fino all’una. Vieni sono sempre soldi guadagnati.» Lui guardava me ed io manco per il cazzo, continuavo a guardare il pezzo in lavorazione. Gli ho detto «va bene» per togliermelo davanti. L’indomani mi sono svegliato, neanche a farlo apposta, più presto del solito, dal balcone ho fatto una bella respirata di aria fresca. Sulla strada c’era un forte profumo di rucola, dai tendoni delle viti pendevano i gracioppi dell’uva maturissimi, gialli, profumatissimi, l’aria ne era piena. Mi sono detto: vale la pena andare a lavorare, a fare la muffa lì dentro per diecimila lire? Ma chi me la darà più una mattinata simile, diecimila lire, che sono diecimila lire, non valgono una zaffata di questa aria. Sono salito a casa, ho preso una bottiglia di vino e me ne sono andato per i campi senza meta, allontanandomi parecchio dal paese. Più camminavo, più la terra era profumata di margherite, di rucola, di muschio. Sfido tutti i cani dei padroni del mondo a cercarmi tra tutto questo profumo, sfido tutti i guardiani del mondo.

Crediti
 Tommaso Di Ciaula
 Tuta Blu
  Ire, ricordi e sogni di un operaio del Sud
 Pinterest • Gustave Doré  • The Dore Gallery of Bible Illustrations




Quotes per Dante Alighieri

E come li stornei ne portan l'ali
nel freddo tempo a schiera larga e piena,
così quel fiato li spiriti mali
di qua, di là, di giù, di su li mena;
nulla speranza li conforta mai,
non che di posa, ma di minor pena.
E come i gru van cantando lor lai,
faccendo in aere di sé lunga riga,
così vidi venir, traendo guai,
ombre portate da la detta briga.

Non v'arrestate ,ma studiate il passo,/mentre che l'Occidente si annera.

Dispregiar sé medesimo è per sé biasimevole, però che a l'amico dee l'uomo lo suo difetto contare strettamente, e nullo è più amico che l'uomo a sé; onde né la camera dei suoi pensieri sé medesimo riprender dee e piangere li suoi difetti, e non palese.

Sì accostati a l'un d'i due vivagni
passammo, udendo colpe de la gola
seguite già da miseri guadagni.

Vuolsi così coDico che intra tutte le bestialitadi quella è stoltissima, vilissima e dannosissima, chi crede dopo questa vita non essere altra vita; però che, se noi rivolgiamo tutte le scritture, sì dè filosofi come de li altri savi scrittori, tutti concordano in questo, che in noi sia parte alcuna perpetuale.à dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.