Si diviene-animale soltanto se, attraverso mezzi ed elementi qualunque, si emettono corpuscoli che entrano nel rapporto di movimento e di stasi delle particelle animali o, il che è lo stesso, nella zona di vicinanza della molecola animale. Si diviene animale solo molecolarmente. Non si diviene cane molare abbaiando, ma se si abbaia con sufficiente passione, necessità e composizione, si può emettere un cane molecolare. L’uomo non diviene lupo né vampiro come se cambiasse specie molare, ma il vampiro e il lupo mannaro costituiscono il divenire dell’uomo, cioè vicinanze tra molecole composte, rapporti di movimento e stasi, di velocità e lentezza, tra particelle emesse. È in noi che l’animale mostra i denti come il topo di Hofmannsthal o il fiore i suoi petali, ma succede per emissione corpuscolare, per vicinanza molecolare, e non per imitazione di un soggetto né per proporzionalità di forma. Albertine può sempre imitare un fiore, ma solo quando dorme e si compone con le particelle del sonno, un neo e il tessuto della sua pelle entrano in un rapporto di stasi e movimento che la pongono nella zona di un vegetale molecolare: divenire-pianta di Albertine. E quando è prigioniera emette le particelle di un uccello. E quando fugge e si lancia nella sua linea di fuga, diviene cavallo, anche se è il cavallo della morte. Sì, tutti i divenire sono molecolari. L’animale, il fiore o la pietra che diveniamo sono collettività molecolari, ecceità, non forme.
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