Si salvi chi può
Non so che cosa unisca di più, se le grandi catastrofi o le grandi gioie. Le catastrofi sono una buona marea per far venire a galla l’istinto di conservazione, l’egoismo istintivo (le gioie, a pensarci bene, hanno anch’esse i loro peccati). Ma almeno, dopo una catastrofe, quando ci ritroviamo alla luce del giorno, ancora non del tutto ripresi dallo spavento, forse vergognosi delle fughe dissennate, della ferocia del si salvi chi può – ci guardiamo l’un l’altro negli occhi e ci vediamo uguali, un po’ fratelli e amici. Perciò parliamo tanto di quel che ci è accaduto, con queto, con quello, con lo sconosciuto che ci è capitato davanti per caso. C’è un bisogno impellente di abbandonarci, di comunicare. Come se tutti insieme acquistassimo forza per far fronte a quel che ancora potrebbe succedere.

Crediti
 José Saramago
 Di questo mondo e degli altri
 SchieleArt •   • 




Quotes per José Saramago

Oggi non era giorno di parole,
con mire di poesie o di discorsi,
né c'era strada che fosse nostra.
A definirci bastava solo un atto,
e visto che a parole non mi salvo,
parla per me, silenzio, ch'io non posso.

Ci sono momenti così, crediamo nell'importanza di ciò che abbiamo detto o scritto fino a quel punto, soltanto perché non è stato possibile far tacere i suoni o cancellare i tratti, ma ci entra nel corpo la tentazione del silenzio, il fascino dell'immobilità, stare come stanno gli dèi, zitti e tranquilli, solo ad assistere.

Si dice che ogni persona è un'isola, e non è vero, ogni persona è un silenzio, questo sì, un silenzio, ciascuna con il proprio silenzio, ciascuna con il silenzio che è.

Anche dentro il corpo la tenebra è profonda, e tuttavia il sangue arriva al cuore, il cervello è cieco e può vedere, è sordo e sente, non ha mani e afferra, l'uomo è chiaro, è il labirinto di sé stesso.

Mi ami?, e lei se ne sta zitta, guardandolo soltanto, impassibile e distante, rifiutando di pronunciare quel no che lo distruggerà, o quel sì che li distruggerebbe, concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo.