Se per qualcuno questo testo sarà incomprensibile e sgradevole all’ascolto, la colpa, mi sembra non è da attribuirsi necessariamente a me. Esso risulta bastevolmente chiaro, presupponendo, come presuppongo, che siano precedentemente letti, non senza una certa fatica, gli altri miei scritti, perché in realtà essi non sono di facile accesso. Per quello che riguarda il mio Zarathustra, non considero suo conoscitore nessuno che non sia stato mai una volta profondamente ferito o profondamente esaltato da ognuna delle sue parole, sola allora infatti egli potrà godere del privilegio di partecipare rispettosamente dell’elemento alcionio da cui è nata quell’opera, dalla sua solare chiarezza, della sua lontananza, ampiezza e certezza.
Tutto questo bisogno di capire, di spiegazioni, di voler sapere la ragione ultima, il senso della vita, e quanti si prodigano a dar risposte, a spiegare poi interpretando e spesso nel caso di Nietzsche miseramente, ecco, mi viene proprio da ridere. Non si vede mai il grande gesto, perché è proprio quello di chi non da nulla, ma mette sé stesso, la portata del suo pensiero in quelle mani e lo porge, ma questo non conta niente, per cui non si vuole tutto, si vuole scegliere ciò che ci aggrada, si vogliono parole fittizie che non dicono nulla, non portano nulla se non chincaglierie, e queste ci bastano. Beati i poveri in spirito, perché di essi è la terra terra…La nascita della tragedia appunto…
Noi che ricerchiamo la conoscenza, ci siamo sconosciuti, noi stessi ignoti a noi stessi, e la cosa ha le sue buone ragioni. Noi non ci siamo mai cercati, e come avremmo mai potuto, un bel giorno, trovarci? Si è detto e a ragione: «Dove è il vostro tesoro, è anche il vostro cuore
», il nostro tesoro si trova dove sono gli alveari della nostra conoscenza. E per questo siamo sempre in movimento, come veri e propri animali alati e raccoglitori di miele dello spirito, preoccupati in realtà solo e unicamente di una cosa, di «portare a casa
» qualcosa. Di fronte alla vita, poi, e a quello che concerne le cosiddette «esperienze
», chi di noi mai ha anche solo la serietà necessaria? O il tempo necessario? Di queste cose, temo, non ci siamo mai veramente «occupati
», infatti il nostro cuore è altrove, e anche le nostre orecchie!
Ancora nessun commento