Tutta la critica e tutta l’analisi letteraria consistono, essenzialmente a partire dal XIX secolo, in uno studio dell’opera per scoprire attraverso questa il volto dell’autore, le forme assunte dalla sua vita mentale e sentimentale, la sua individualità concreta e storica. Vi fu un’epoca nella quale leggere Madame Bovary significava capire chi fosse Flaubert. Ma quello che ha fatto valere, ancora prima dello strutturalismo, questo eccellente scrittore che è Maurice Blanchot, è il fatto che in realtà un’opera non è assolutamente la forma di espressione di un’individualità particolare. L’opera comporta sempre, per così dire, la morte dell’autore. Si scrive solo per scomparire nello stesso tempo. L’opera esiste in un certo senso in se stessa, come flusso nudo e anonimo del linguaggio, ed è questa esistenza anonima e neutra del linguaggio di cui adesso bisogna occuparsi. L’opera si compone di alcuni rapporti all’interno del linguaggio stesso. È una struttura particolare nel mondo del linguaggio, nel discorso e nella letteratura.
Articoli simili
La bellezza dell’arte e del desiderio
21/10/2024Una giovane esperta d’arte con bellezza straordinaria, idealizzata e desiderata, cattura attenzione e ammirazione grazie alla sua armonia estetica e al fascino unico.
La latrina del cuore
22/11/2022Nella letteratura ci sono molte dimore e non occorre scegliere ideologicamente fra voci contrastanti; si può — si deve — credere insieme alla fede di Tolstoj ed all’inerzia di Oblomov; i grandissimi scrittori sono quelli il cui angolo prospettico abbraccia trecentosessanta gradi. Talvolta mi chiedo da che parte sto, se la mia storia è quella…
Ambiguità tra la ferita e la morte
25/11/2021Perché ogni evento è del tipo della peste, della guerra, della ferita, della morte? Ciò vuol soltanto dire che vi sono più eventi infelici che felici? No, poiché si tratta della struttura doppia di ogni evento. In ogni evento vi è certo il momento presente dell’effettuazione, quello in cui l’evento s’incarna in uno stato di…
Ancora nessun commento