Vivere in una società di massa significa compiere automaticamente e per la maggior parte del tempo degli atti non liberi, facendo quel che si fa non perché sia naturale e neppure perché lo si ritenga positivamente utile, ma piuttosto per evitare le complicazioni e i mali che verrebbero (a sé e agli altri) dall’agire diversamente. Per il singolo individuo, ciò può essere più o meno penoso: i vantaggi che riceverà dal cedere alle esigenze collettive anziché resistervi potranno cioè essere più o meno grandi. Dal punto di vista della coscienza, però, quel che importa è che egli si sente soggetto a una forza maggiore la quale non deriva né da una norma morale, né dalla somma delle esigenze individuali, bensì semplicemente dal fatto dell’esistenza collettiva. È l’esperienza di un disordine retto da leggi di ferro. È naturale che l’individuo, in una folla, conti solo come unità nel numero, per quello che ha di più strettamente e materialmente comune con gli altri; ma è anche una costrizione grave, perché un individuo può apparire come una semplice unità fisica solo se visto dal difuori: dal suo punto di vista, egli non può fare a meno di sentirsi il centro mobile e libero di una rete di rapporti vitali che riguardano non solo i propri simili, ma anche il mondo nel suo insieme e, nel mondo, il significato della propria esistenza. Ora le condizioni molteplici della società di massa hanno questo in comune, che in esse il punto di vista proprio dell’individuo si trova regolarmente represso e ricacciato nel fondo. Di qui, insieme alla passività inevitabile, un’esperienza di privazione e di tensione penosa; la mancanza di posto coinvolge la vita morale.
La società dello spettacolo di Guy Debord
Un’analisi critica della società moderna, in cui la vita sociale è dominata dalle immagini e dallo spettacolo, e gli individui sono ridotti a spettatori passivi in una realtà manipolata dalle forze del capitalismo.
L’uomo a una dimensione di Herbert Marcuse
Un’opera che critica la società contemporanea industrializzata, in cui gli individui vengono ridotti a una sola dimensione, perdendo la loro capacità di pensare in modo critico e di opporsi al sistema dominante.
La condizione postmoderna di Jean-François Lyotard
Un saggio che esplora il cambiamento della conoscenza e della cultura nella società postmoderna, dove i grandi racconti e le ideologie sono messi in crisi e gli individui si trovano a vivere in una realtà frammentata e disorientante.
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