Il dolore non è affatto un privilegio, un segno di nobiltà, un ricordo di Dio. Il dolore è una cosa bestiale e feroce, banale e gratuita, naturale come l’aria. È impalpabile, sfugge a ogni presa e a ogni lotta; vive nel tempo, è la stessa cosa che il tempo; se ha dei sussulti e degli urli, li ha soltanto per lasciar meglio indifeso chi soffre, negli istanti che seguiranno, nei lunghi istanti in cui si riassapora lo strazio passato e si aspetta il successivo. Questi sussulti non sono il dolore propriamente detto, sono istanti di vitalità inventati dai nervi per far sentire la durata del dolore vero, la durata tediosa, esasperante, infinita del tempo-dolore. Chi soffre è sempre in stato d’attesa – attesa del sussulto e attesa del nuovo sussulto.
Viene il momento che si grida senza necessità, pur di rompere la corrente del tempo, pur di sentire che accade qualcosa, che la durata eterna del dolore bestiale si è un istante interrotta – sia pure per intensificarsi. Qualche volta viene il sospetto che la morte – l’inferno –consisterà ancora del fluire di un dolore senza sussulti, senza voce, senza istanti, tutto tempo e tutto eternità, incessante come il fluire del sangue in un corpo che non morirà più.
L'enigma che trascende lo spaziotempo ⋯
L'immortalità temporale dell'anima dell'uomo, dunque l'eterno suo sopravvivere anche dopo la morte, non solo non è per nulla garantita, ma, a supporla, non si consegue affatto ciò che, supponendola, si è sempre perseguito. Forse è sciolto un enigma perciò che io sopravviva in eterno? Non è forse questa vita eterna così enigmatica come la presente? La risoluzione dell'enigma della vita nello spazio e nel tempo è fuori dello spazio e del tempo.
Ludwig Wittgenstein Tractatus logico-philosophicus
Filosofia, Logica, Filosofia del linguaggioTutto vive ma non sappiamo perché ⋯
Un albero sotto i raggi del sole, un sasso segnato dalle intemperie, un animale, una montagna: tutti hanno una vita, una storia, vivono, soffrono, affrontano i pericoli, godono, muoiono. Ma non sappiamo il perché.
Hermann Hesse Anima di bambino
Letteratura tedesca del xx secolo, Riflessione esistenziale, RaccontiLa bellezza nella fatica della vita ⋯
La fatica della vita è diventata ormai parte della sua bellezza
Byung-chul Han La società della stanchezza
Filosofia, Sociologia, Critica socialeIl lavoro incompiuto di un pontefice ⋯
La morte era attesa, tuttavia il mondo pianse. Il 266° successore di san Pietro morì serenamente durante il sonno nelle prime ore di un lunedì mattina di giugno. Nei suoi ultimi giorni, sostenuto dai cuscini, incapace di salutare la folla dal suo balcone, si era lamentato del fatto di aver lasciato così tanto ancora da fare. Ma, come sottolinearono i suoi necrologi, prima del Secondo Avvento e del Giorno del Giudizio, nessun papa avrebbe mai concluso il proprio lavoro.
Walter Ellis Codice Caravaggio
Narrativa, Thriller, RomanzoCreare è un tentativo di fuggire dall'inferno ⋯
Nessuno ha mai scritto, dipinto, scolpito, modellato, costruito o inventato se non per uscire letteralmente dall'inferno.
Antonin Artaud Van Gogh il suicidato della società
Teatro della crudeltà, Estetica della sofferenza, Saggio critico
La peste di Albert Camus
Romanzo che esplora la sofferenza umana come esperienza universale e brutale. Camus descrive il dolore come una forza ineluttabile, simile al testo, un compagno costante che logora senza senso, offrendo una riflessione esistenziale sulla sua natura bestiale e infinita.
La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda
Opera che intreccia introspezione e tormento. Gadda analizza il dolore come un’entità viva e opprimente, un’eco del testo sulla sua banalità feroce e sul tempo che lo rende eterno, con uno stile che ne amplifica la profondità psicologica.
Trattato sulla tolleranza di Voltaire
Saggio che riflette sul dolore fisico e morale. Voltaire lo descrive come un’esperienza naturale e gratuita, parallela al testo, un peso che l’uomo subisce senza nobiltà, stimolando un pensiero critico sulla sua durata e sulla lotta per sopportarlo.
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