Solo e senza scuse

Avevo interrotto il lavoro nelle serre di mio padre e terminato il mio primo semestre di studi alla facoltà di Filosofia presso la Statale di Milano. Mi concedevo una breve vacanza prima di riprendere la preparazione degli esami in autunno. “La nausea” di Sartre era una delle letture che mi ero ripromesso di fare. […] Cercavo delle parole, una lingua, un alfabeto in grado di farmi intendere quello che mi stava accadendo. Li cercavo in quegli anni, ma anche dopo, nelle canzoni di Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Claudio Lolli e altri cantautori. Ma avevo bisogno di qualcosa in più. Sulle ceneri della mia educazione cattolica che non aveva retto ai primi duri colpi dell’esistenza, alla morte insensata di un amico caro, alle lacerazioni dell’amore, al conflitto aspro con la mia famiglia d’origine, alle ingiustizie sociali, cercavo padri diversi. Gesù aveva tolto la sua mano dalla mia testa. Ero “solo e senza scuse”. Nasceva in me la nausea per una vita che non sapevo come prendere e mi sfuggiva da tutte le parti.

Crediti
 Massimo Recalcati
 A libro aperto. Una vita è i suoi libri
 SchieleArt • Joe Klamar  • 




Quotes per Massimo Recalcati

[L'educazione sessuale nelle scuole] così come concepita è per lo più orribile, si spiegano i corpi come fossero macchine. L'educazione alla sessualità si fa attraverso la letteratura e le poesie, leggendo Dante, Petrarca, Flaubert, Proust, che sono l'unica forma di educazione all'erotismo che può funzionare a scuola. Solo così si può contrastare l'intolleranza e educare a non separare troppo la passione erotica dall'amore, in qualunque forma esso si manifesti.  Il naufragio educativo: per un'erotica dell'insegnamento

Io sono non credente. Sono cresciuto con Marx e Pasolini, ho frequentato l'area di Lotta Continua e del Movimento 77, oggi pratico la psicoanalisi, una fede laica. Però sono convinto che ci sia qualcosa che va oltre la materia, una forza maggiore. Per me è la forza generatrice del desiderio, che dilata gli orizzonti. Ciascuno di noi si porta dentro una vocazione, siamo fatti per quella strada: quando perdiamo di vista questa linea, allora interviene la psicanalisi. O la religione.

La nostalgia è la tristezza di non potere più avere quello che si aveva avuto prima: la giovinezza, il primo amore, la nostra casa, la forza del nostro corpo, eccetera. Si tratta di un rimpianto inconsolabile che trascina la vita all'indietro. È quello che Gesù vuole colpire quando invita il discepolo che ha perduto il proprio padre a guardare avanti, a lasciare che i morti seppelliscano i morti.

Il recupero dell'umiliazione come principio pedagogico è inaccettabile. Non perché non sia fondamentale in ogni processo educativo l'esperienza del limite e del riconoscimento delle proprie responsabilità, ma perché non c'è alcun valore educativo né nell'umiliazione, né nell'imposizione dell'umiltà. Anzi, se c'è un compito etico della Scuola è proprio quella di liberare le vite dei nostri figli dall'esperienza ingiusta dell'umiliazione e di quella dell'umiltà imposta.

Onora tuo padre e tua madre è uno tra i comandamenti biblici più belli. Portare onore ai propri genitori – non malgrado siano imperfetti e vulnerabili, ma proprio perché essi sono tali – significa riconoscere il debito simbolico grazie al quale la vita sorge e iscrivere la propria vita nel patto tra le generazioni perché nessuna vita può farsi da sé stessa.