Spazialità indifferente
Nella sua indeterminata immediatezza esso è simile soltanto a sé stesso, ed anche non dissimile di fronte ad altro […]. Esso è la pura indeterminatezza ed il puro vuoto – Nell’essere non v’è nulla da intuire, se qui si può parlar di intuire, ovvero esso è questo puro, vuoto intuire sé stesso. Così non vi è nemmeno qualcosa da pensare, ovvero l’essere non è, anche qui, che questo vuoto pensare. L’essere, l’indeterminato immediato, nel fatto è nulla, né più né meno che nulla. Lo spazio, entro sé stesso, è la contraddizione tra l’esteriorità reciprocamente indifferente e la continuità indifferenziata, tra la pura negatività di sé stesso e il passaggio innanzitutto nel tempo. Il tempo, a sua volta, poiché i suoi momenti opposti e tenuti insieme nell’unità rimuovono sé stessi immediatamente, è la coincidenza immediata nell’indifferenziazione, nell’esteriorità reciproca indifferenziata, cioè nello spazio. Nello spazio, in tal modo, la determinazione negativa – il punto esclusivo – non è più soltanto in sé secondo il concetto, ma è posto ed è entro sé concreto mediante quella negatività totale che è il tempo […]. Questo trapassare e riprodursi dello spazio nel tempo e del tempo nello spazio – per cui il tempo si pone spazialmente come luogo, mentre questa spazialità indifferente viene posta a sua volta immediatamente temporale – è il movimento.

Crediti
 Georg W. Friedrich Hegel
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Quotes per Georg W. Friedrich Hegel

Ciò che vi ha di misterioso, ciò che costituisce la difficoltà di comprendere l'istinto, è tutto in questo: che lo scopo può essere concepito soltanto come il concetto interno... La difficoltà principale nasce dall'esser la relazione di scopo concepita di solito come esteriore; e dall'opinione dominante, che lo scopo abbia esistenza solo in modo consapevole. Ma l'istinto è la finalità operante in modo inconsapevole.  Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio

La scienza pura presuppone la liberazione dell'opposizione della coscienza. Essa contiene il pensiero in quanto è insieme anche la cosa in se stessa, oppur la cosa in sé stessa in quanto è insieme anche il puro pensiero.

Lo Spirito conquista la propria verità solo a condizione di ritrovare sé stesso nella disgregazione assoluta. Lo Spirito è questa potenza, ma non nel senso del positivo che distoglie lo sguardo dal negativo, come quando ci sbarazziamo in fretta di qualcosa dicendo che non è o che è falso, per passare subito a qualcos'altro. Lo Spirito è invece questa potenza solo quando guarda in faccia il negativo e soggiorna presso di esso. Tale soggiorno è il potere magico che converte il negativo nell'essere.

È più facile scoprire una deficienza negli individui, negli stati e nella Provvidenza, che vedere la loro reale importanza ed il loro valore. Ognuno vuole e ritiene di essere migliore di questo suo mondo. Chi migliore è, esprime solo questo suo mondo meglio degli altri.

Una filosofia che per collegarsi ad una certezza prende le mosse da ciò che è più valido universalmente, da principi o attività accessibili ad ogni intelletto umano, o rende superfluo questo vantaggio, dato che, per essere filosofia, essa deve oltrepassare subito tale limitatezza e toglierla […] oppure, se questa certezza finita non deve essere tolta in quanto tale, bensì restare e perdurare come un che di fisso, allora essa deve certo riconoscere la sua finitezza ed esigere l'infinità.  Il bisogno di filosofia