StalkerQui capì che non si realizza qualsiasi desiderio ma solo i desideri più nascosti, i più segreti. Non quelli urlati a squarciagola. Qui si avvera solo ciò che incarna la tua natura, la tua essenza, di cui non sei cosciente pur portandola dentro di te, ma che comunque ti domina sempre. Non hai capito niente calzone di cuoia. No, il Porcospino non è una vittima dell’avidità. Si trascinò qui in ginocchio implorando la grazia per il fratello ed ottenne una montagna d’oro, perché era questo che desiderava nel suo intimo. Date al Porcospino ciò che è del Porcospino. Coscienza, tormenti spirituali, tutte cose inventate dal cervello. Lui lo capì e si impiccò. Non andrò nella tua stanza, perché non voglio vomitare in faccia a nessuno lo schifo che ho dentro di me, neanche in faccia a te, per poi impiccarmi come il Porcospino. Meglio crepare alcolizzato nella mia puzzolente stamberga, ma tranquillo e in silenzio.

Crediti
 Andrej Tarkovskij
 Stalker
  1979
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