Le effimere generazioni degli uomini nascono e scompaiono in rapida successione, e intanto i singoli individui muovono, fra angosce, miseria e dolore, verso l’abbraccio della morte; e si chiedono, instancabilmente, che cosa essi siano, e che cosa voglia dire tutta questa tragica farsa, e si rivolgono al cielo per implorare una risposta. Ma il cielo resta muto. Vengono, invece, i preti con le rivelazioni. Noi siamo qui senza sapere di dove veniamo, dove andiamo, e a che serva la nostra esistenza; e questa ignoranza non è una delle meno gravi fra le tante difficoltà e le tante angosce che affliggono la condizione umana. Chi è in preda a tali angosce e se ne sente pervaso non potrà fare a meno di provare qualche risentimento verso quelli che danno a intendere di essere in possesso, su quei problemi, di informazioni particolari che intendono comunicarci sotto il nome di rivelazioni. A quei signori io consiglierei di non parlare tanto, oggi, di rivelazione; se no, può facilmente succedere che, una volta o l’altra, gli venga rivelato che cosa è, veramente, la rivelazione.
Sulla rivelazione
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