Sulla soglia del libro
– Che accade dietro questa porta?
– Sfogliano un libro.
– Qual è la storia?
– La presa di coscienza di un grido.
– Ma ho visto entrare dei rabbini.
– Vengono, a piccoli gruppi, a partecipare le loro riflessioni di lettori privilegiati.
– Hanno letto il libro?
– Lo stanno leggendo.
– Intervengono già da ora per il loro piacere?
– Avevano il presentimento del libro.
Si sono preparati ad affrontarlo.
– Conoscono i personaggi?
– Conoscono i nostri martiri.
– Dove è situato il libro?
– Nel libro.
– Tu, chi sei?
– Il guardiano della casa.
– Da dove vieni?
– Ho molto viaggiato.
– Yukel è il tuo amico?
– Gli somiglio.
– Qual è il tuo destino?
– Aprire il libro.
– Sei nel libro?
– Il mio posto è sulla soglia.
– Che cosa hai cercato di imparare?
– Mi fermo talvolta sulla via delle sorgenti e interrogo i segni, l’universo dei miei antenati.
– Scruti i vocaboli ritrovati.
– Le notti e i mattini delle sillabe che sono anche miei, sì.
– Ti smarrisci?
– Già da duemila anni sono in cammino.
– Ti seguo a fatica.
– Anch’io spesso ho cercato di desistere.
– È questo un racconto?
– La mia storia è stata raccontata tante volte.
– Qual è la tua storia?
– La nostra, che è assente.
– Ti comprendo male.
– Le parole mi straziano.
– Dove sei?
– Nelle parole.
– Qual è la tua verità?
– Quella che mi dilania.
– E la tua salvezza?
– L’oblio delle mie parole.
– Posso entrare? È già buio.
– Una fiammella brucia in ogni vocabolo.
– Posso entrare? È buio intorno alla mia anima.
– Intorno a me, la stessa oscurità.
– Che cosa puoi per me?
– Tutto sta in te.
– La scrittura che ha per fine sé stessa è solo una manifestazione del disprezzo.
– L’uomo è legame e luogo scritti.
– Odio ciò che è detto dove io non sono più.
– Cambi l’avvenire, appena tradotto. Resti te senza te stesso.
– Mi opponi a me stesso. Non uscirò mai vincitore da questa lotta.
– La sconfitta è il prezzo riconosciuto.
– Tu sei Ebreo e ti esprimi come tale.
– Le quattro lettere che designano le mie origini sono le tue quattro dita. Ti rimane il pollice per schiacciarmi.
– Tu sei Ebreo e ti esprimi come tale. Ma ho freddo. È buio.
Lasciami entrare nella casa.
– Una lampada è sul mio tavolo e la casa è nel libro.
– Abiterò finalmente la casa.
– Camminerai dentro il libro: ogni pagina è un abisso dove l’ala riluce con il nome.

Crediti
 Edmond Jabès
 Pinterest • Jurga Martin  • 



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