Una coscienza non è nulla senza sintesi di unificazione, ma non c’è sintesi di unificazione di coscienza senza forma dell’Io [Je] né punto di vista dell’io [moi]. Ciò che non è né individuale né personale invece sono le emissioni di singolarità in quanto si effettuano su una superficie inconscia e godono di un principio mobile immanente di autounificazione per distribuzione nomade, che si distingue radicalmente dalle distribuzioni fisse e sedentarie come condizioni delle sintesi di coscienza. Le singolarità sono i veri eventi trascendentali: ciò che Ferlinghetti chiama la quarta persona del singolare. Lungi dall’essere individuali o personali, le singolarità presiedono alle genesi degli individui e delle persone; si ripartiscono in un “potenziale” che in sé non comporta né io [moi] né Io [Je], ma che li produce attualizzandosi, effettuandosi, e le figure di tale attualizzazione non somigliano affatto al potenziale effettuato. Soltanto una teoria dei punti singolari è in grado di superare la sintesi della persona e l’analisi dell’individuo, quali esse sono (o si fanno) nella coscienza. Non possiamo accettare l’alternativa che compromette a un tempo la psicologia, la cosmologia e la teologia intere: o singolarità già prese in individui e in persone, o l’abisso indifferenziato. Quando si apre il mondo brulicante delle singolarità anonime e nomadi, impersonali, preindividuali, sfioriamo il campo del trascendentale.
Logica del senso
Sulle singolarità
SchieleArt • Autoritratto con il braccio sinistro alzato e bocca rosa • 1909
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