Autoritratto con il braccio sinistro alzato e bocca rosa
Una coscienza non è nulla senza sintesi di unificazione, ma non c’è sintesi di unificazione di coscienza senza forma dell’Io [Je] né punto di vista dell’io [moi]. Ciò che non è né individuale né personale invece sono le emissioni di singolarità in quanto si effettuano su una superficie inconscia e godono di un principio mobile immanente di autounificazione per distribuzione nomade, che si distingue radicalmente dalle distribuzioni fisse e sedentarie come condizioni delle sintesi di coscienza. Le singolarità sono i veri eventi trascendentali: ciò che Ferlinghetti chiama la quarta persona del singolare. Lungi dall’essere individuali o personali, le singolarità presiedono alle genesi degli individui e delle persone; si ripartiscono in un “potenziale” che in sé non comporta né io [moi] né Io [Je], ma che li produce attualizzandosi, effettuandosi, e le figure di tale attualizzazione non somigliano affatto al potenziale effettuato. Soltanto una teoria dei punti singolari è in grado di superare la sintesi della persona e l’analisi dell’individuo, quali esse sono (o si fanno) nella coscienza. Non possiamo accettare l’alternativa che compromette a un tempo la psicologia, la cosmologia e la teologia intere: o singolarità già prese in individui e in persone, o l’abisso indifferenziato. Quando si apre il mondo brulicante delle singolarità anonime e nomadi, impersonali, preindividuali, sfioriamo il campo del trascendentale.

Crediti
 Gilles Deleuze
 Logica del senso
  Sulle singolarità
 SchieleArt •  Autoritratto con il braccio sinistro alzato e bocca rosa • 1909




Quotes per Gilles Deleuze

Il pensiero, nessuno lo prende molto sul serio, tranne quelli che si considerano pensatori o filosofi di professione. Ma questo non impedisce affatto che esso abbia i suoi apparati di potere - e che sia un effetto del suo apparato di potere il fatto che possa dire alla gente: non prendetemi sul serio perché io penso per voi, perché vi do una conformità, delle norme e delle regole, un'immagine, alle quali voi potrete tanto più sottomettervi quanto più direte.

L'arte è ciò che resiste: resiste alla morte, alla servitù, all'infamia, alla vergogna.

Resta il fatto che nel divenire la terra ha perduto ogni centro, non solo in sé stessa, non ha più centro attorno a cui girare. I corpi non hanno più centro, salvo quello della propria morte quando sono esauriti, e raggiungono la terra per dissolversi. La forza non ha più centro proprio perché è inseparabile dal rapporto con altre forze.

È questo che mi sembra interessante nelle vite, i buchi che comportano, le lacune, talvolta drammatiche, talvolta no. Le catalessi o quelle specie di sonnambulismo di più anni, che la maggior parte delle vite possiedono. Forse è in questi buchi che avviene il movimento. La questione infatti è proprio quella di come produrre il movimento, come forare il muro.  Pourparlers

Quasi mi vergogno a dire certe cose… Proust l'ha detto e in modo bello: io non desidero una donna, io desidero anche il paesaggio che è contenuto in quella donna, un paesaggio che forse neanche conosco, ma che intuisco, e finché non ho sviluppato questo paesaggio che l'avviluppa io non sarò contento, cioè il mio desiderio non sarà compiuto, resterà insoddisfatto.