Albinus era consapevole della gelosia umiliante che lo divorava nel vedere Margot stringersi al cavaliere di turno, specie sapendo che lei non indossava nulla sotto l’abito leggero; le gambe erano abbronzate in modo così incantevole che lei non portava le calze. A volte Albinus la perdeva di vista; allora si alzava in piedi e gironzolava irrequieto, battendo una sigaretta sul portasigarette. Entrava in una stanza dove alcuni giocavano a carte, poi passava su una terrazza, quindi ritornava sui proprio passi con la nauseante convinzione che lei lo stesse tradendo. A un tratto Margot ricompariva da chissà dove, gli si sedeva accanto nel suo bellissimo vestito luccicante e beveva una lunga sorsata di vino. Lui non palesava la propria apprensione, ma sotto la tavola le accarezzava nervosamente le ginocchia nude che sbattevano l’una contro l’altra quando lei si allungava all’indietro sulla sedia ridendo – un po’ istericamente, pensava Albinus – per qualche battuta, non troppo divertente, del suo ultimo cavaliere.
Suo ultimo cavaliere
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