È una canzone su commissione, forse l’unica che mi è stata commissionata. Mi fu chiesta da Franco Biancacci, a quel tempo a Rai Due, come sigla di due documentari-inchiesta sulle morti di Pasolini e di Wilma Montesi. In quel tempo, se non ricordo male, stavo cominciando a scrivere con Massimo Bubola l’ellepì che fu chiamato L’indiano (quello per intenderci che ha come copertina quel quadro di Remington che rappresenta un indiano a cavallo). E così gli ho chiesto di collaborare anche a questo lavoro.
Ricordo che decidemmo tout-court di fare la canzone su Pasolini, e non tanto perché non ci importasse niente della morte della povera Montesi, ma per il fatto che a noi che scrivevamo canzoni, come credo d’altra parte a tutti coloro che si sentivano in qualche misura legati al mondo della letteratura e dello spettacolo, la morte di Pasolini ci aveva resi quasi come orfani. Ne avevamo vissuto la scomparsa come un grave lutto, quasi come se ci fosse mancato un parente stretto.
Nella canzone comunque esiste una traccia di questa ambivalenza, cioè del fatto che ci si riferisce a due decessi e non ad uno solo. E lo si capisce nell’inciso quando canto: Cos’altro vi serve da queste vite / ora che il cielo al centro le ha colpite.
Articoli simili
La pagina diventa pagina-quadro
27/10/2022L’intera tipologia dei ragazzi di vita, le loro fisiognomiche descrizioni, rimandano alla tradizione iconografica, da Caravaggio ai Macchiaioli, ad un colorismo affondato nella ritrattistica italiana: fermati, irrealizzati come quadri, con qualcosa di bloccato anche nella massima scompostezza, i loro volti paiono trattati a lacca, lucidi come un miraggio. Si badi, questo non è il procedimento…
Forse la chiarezza è soltanto la luce bene a fuoco
15/10/2022In Pasolini c’è una chiarezza della luce, quella del cielo nell’alba: la chiarezza delle cose, un chiaro che giunge da dentro le cose e le rivela ad uno sguardo che si apre dopo la notte. La chiarezza è un’epifania che si porge all’occhio, come in vetrina, in uno scrigno, è funzione scopica, spettacolare. Pensiamo alla…
Immagine emblematica di questo Paese
01/06/2020…Abbiamo perduto anche un romanziere. Il romanziere delle borgate, il romanziere dei ragazzi di vita, della vita violenta. Un romanziere che aveva scritto due romanzi anch’essi esemplari, nei quali, accanto a un’osservazione molto realistica, c’erano delle soluzioni linguistiche, delle soluzioni, diciamo così, tra il dialetto e la lingua italiana che erano anch’esse stranamente nuove.
Ancora nessun commento