Telemaco e Amleto: un confronto tra assenza e volontà
Mentre Amleto è incalzato dallo spettro immortale del padre, Telemaco può sperimentare l’assenza e costituirsi come erede proprio sullo sfondo di questa esperienza. Il suo incontro con la mancanza dell’Altro è radicale. Ma è proprio grazie a questo incontro che può mettersi in movimento e iniziare il suo viaggio. Amleto resta invece come prigioniero della volontà del padre morto che esige da lui la morte del fratello-zio colpevole del suo assassinio… Il padre di Telemaco, invece, non è uno spettro che visita il figlio esigendo vendetta, ma è un’assenza centrale. Diversamente da Amleto, Telemaco non si impegna a fare la volontà dell’Altro – a servire il padre – ma si comporta da erede giusto… Per questo egli è profondamente anti-edipico: diversamente dal figlio Edipo, Telemaco non vuole la morte del padre. Non è l’aggressività cieca che definisce il suo rapporto con Ulisse, ma la mancanza… Al contrario Edipo resta prigioniero del conflitto interminabile con il padre…

Crediti
 Massimo Recalcati
 Le nuove melanconie
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Quotes per Massimo Recalcati

Le nuove melanconie mostra il rischio politico e sociale del non assumerci la fatica di accogliere l'ingovernabile nella nostra vita, del sostituire l'incontro-esposizione all'altro con il gadget che non ci tradirà, del continuare a essere mossi da un bisogno di riconoscimento che ci assicuri dalla solitudine, più che da un nostro desiderio che è esposizione e possibile caduta ma, insieme, apertura all'altro. Siamo posti di fronte alla verità scabrosa del rapporto che intercorre tra la responsabilità verso la nostra vita e il discorso politico.

La nostalgia è la tristezza di non potere più avere quello che si aveva avuto prima: la giovinezza, il primo amore, la nostra casa, la forza del nostro corpo, eccetera. Si tratta di un rimpianto inconsolabile che trascina la vita all'indietro. È quello che Gesù vuole colpire quando invita il discepolo che ha perduto il proprio padre a guardare avanti, a lasciare che i morti seppelliscano i morti.

Onora tuo padre e tua madre è uno tra i comandamenti biblici più belli. Portare onore ai propri genitori – non malgrado siano imperfetti e vulnerabili, ma proprio perché essi sono tali – significa riconoscere il debito simbolico grazie al quale la vita sorge e iscrivere la propria vita nel patto tra le generazioni perché nessuna vita può farsi da sé stessa.

Come fare amicizia con il proprio peggio  Un'analisi non è solo il racconto biografico di ciò che è già avvenuto, non è il racconto di ciò che il soggetto sa già di sé stesso, ma è la produzione di un nuovo sapere su di sé, è l'incontro del soggetto con ciò che di sé costituisce un mistero per sé stesso. In questo senso essa è, se si vuole dire così, una esperienza di realizzazione del desiderio inconscio, ovvero una sua messa in forma inedita che punta a scardinare il peso mortifero della ripetizione.  Elogio dell'inconscio

L'invidia è sempre cieca perché colpisce chi come noi ha più di noi. Non è mai invidia di qualcosa, non è tanto invidia di qualità o di proprietà.
Se spingiamo l'analisi del sentimento invidioso a fondo, come oggetto dell'invidia non troveremo altro che la vita stessa. L'invidia è sempre, come sosteneva anche Lacan, invidia della vita, della vita dell'altro che ha più vita della mia. Non si può, ovviamente, avere invidia della vita misera, depressa, spenta. L'invidia è sempre invidia della vita felice, è sempre invidia della vita piena.


Riferimenti