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Illustre e folta assemblea qui veggio riunita – Un mesto raccoglimento spira da tutti gli occhi, in tutti i volti è dipinto. E quali eran dunque i grandi pregi dell’uomo che tanti e sì degni deploran perduto? Cadon di giorno in giorno le migliaja de’ viventi nell’oscurità dei sepolcri: e di sé non lascian orma nel campo della vita. Muojono nel potere, nell’opulenza, nel fasto i prediletti della sorte: e quasi prima che la terra, li copre l’obblio. Pur coloro, in cui rifulsero la dottrina e l’ingegno, possono alcuna volta dipartirsi dal mondo, senza che la taciturna indifferenza del popolo ne sia punto alterata. E che mai dunque può sospingere l’interesse del pubblico anche al di là dell’abisso ch’è spalancato dalla morte? Che mai, se non quelle virtù sociali, cui la natura dié forza di attirare e tener salda la benevolenza degli uomini? Esse appunto, o Signori, amavamo in Barbaja: e sono esse l’origine delle impressioni penose che ne an seguita la perdita.

Crediti
 Pasquale Borrelli
 Elogio funebre dedicato alla memoria di Domenico Barbaja
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Quotes per Pasquale Borrelli

Milanese per origine, Napolitano per iscelta fu il nostro Barbaja: ed assai meglio è meritare la nazionalità co' servigi che averla in dono dal caso.
Fu umile la condizione, in cui egli nacque – Ma che mai è per le anime intraprendenti e vigorose l'umiltà de' natali? Signori, è lo spazio che la natura fa lor prendere per islanciarsi più in alto.

[...] non contrasto che talvolta i suoi modi furon rozzi, impetuosi ed ancora più franchi, di quel che fosse convenevole alle delicatezze dell'uso. Ma che è mai un tal difetto in confronto alle egregie qualità del carattere? Signori, è la polvere che copre l'oro antico – Sotto altro aspetto, è la prova, che la virtù di Barbaja non vegetava nel suo animo, come l'albero modificato dalla roncola del giardiniere; ma come quello che prospera in su 'l ciglione delle alpi.

Agile di membra, caldo d'ingegno, vispo, arrischievole, ei cercò la fortuna nelle scommesse, nelle corse, e nell'appalto autorizzato di quei rapidi scontri dell'umana avidità, che la consuetudine mantella sotto il nome di giuochi. La frequenza degli stranieri che per que' tempi avvivano la capitale della Lombardia, agevolò la riuscita delle sue intraprese: ed in breve i suoi averi si slargarono in guisa, da superar le speranze.

Non bastava per lui la puntualità più precisa né pagamenti promessi: poiché non basta alla virtù adempire i suoi obblighi. Anticipare gli onorari a chi ne avesse mestieri; ministrar de' soccorsi all'ammalato derelitto; aprir la porta del carcere al debitore impotente; somministrare un impiego a' figliuoli di coloro che lo avevano servito; eran queste le sue cure più frequenti e più dolci, i più familiari de' suoi esercizi.