Banksy ⋯ Street artCome possono essere strane le persone – disse come a sé stesso. – Credono di conoscersi, ma non sanno niente. Io, per esempio, io non so chi siete voi, signori, non so se Tjärne è una persona onesta. E se Libotz è davvero quello che sembra, allora non è un essere umano; ma la sua sincerità ingenua di poco fa mi lascia sospettare che sia una persona piena di segreti, che non sta a me scoprire, giacché bisogna rispettare i segreti degli altri, è la mia massima, non è vero?
A questo entrare nell’intimo delle persone, sorse una misteriosa paura nella compagnia; si ebbe timore, l’uno dell’altro, e con ciò cambiarono le facce, come se volessero proteggersi contro degli attacchi, si prepararono a difendersi contro le aggressioni, sorrisero nel momento sbagliato per neutralizzare un’attesa parola dura. Tjärne era terribile a vedersi; aveva bevuto tanto whisky che gli occhi erano gialli come se avessero pianto zafferano; stava anche come sulle spine, aspettando che Askanius lo smascherasse come istigatore dell’articolo sui segreti della cucina e sulla revoca dei diritti. Libotz fuggiva nella sua coscienza per cercare qualche parola avventata detta eventualmente sugli altri in loro assenza. Askanius, sventrato da vivo, disperato, era portato dal desiderio di commettere un suicidio psichico, trascinando gli altri con sé nell’abisso, ma soltanto per risalite, in alto, sentirsi straordinario, sublime nella caduta. Doveva dire qualcosa che lo raffigurasse sotto una luce terrificante, sicché fossero costretti ad ammirarlo. E allora cominciò come un’orazione funebre…

Crediti
 August Strindberg
 Il capro espiatorio
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Quotes per August Strindberg

Il giovane adolescente è brutto, con le sue sproporzioni nei tratti, quell'orribile mescolanza di superuomo infantile e di vita animalesca che si sveglia, con accenni a passioni e conflitti, terrore dell'ignoto, rimorso per le cose ormai compiute; e quell'eterna e indomabile smorfia di fronte a ogni cosa; odio per tutto ciò che sta sopra e opprime, di conseguenza odio per i più vecchi, i più fortunati; sfiducia verso una vita che ha da poco trasformato un bambino indifeso in un rapace.


Riferimenti