Il film è stato presentato come un’istallazione alla Biennale di Berlino: nessuna immagine, solo uno schermo nero e una traccia audio che si potrebbe dire veicoli un contenuto che rimane invisibile. Il lavoro dell’artista consiste nel far succedere, una dopo l’altra, 23 registrazioni in cui si ascoltano le voci di persone che parlano lingue ormai scomparse: le lingue degli indiani d’America, per esempio. Sullo schermo si vedono i sottotitoli in inglese, traduzioni visive del testo che si ascolta. Non c’è nulla di invisibile in questo film. Lo schermo è nero, ma avrebbe potuto essere bianco: si tratta della scelta di raccontare visivamente, nello specifico attraverso un film, delle lingue che sono state sterminate. Ogni settimana, almeno una dozzina di lingue scompare.
The last silent
Video
Crediti
Ancora nessun commento