Tralasciare la preghiera quotidiana
In effetti lo spirito ha raggiunto il suo attuale stadio di coscienza come la ghianda si trasforma in quercia, come i sauri si sono trasformati in mammiferi. Come si è trasformata durante un tempo lunghissimo, così continua ancora a svilupparsi in quanto siamo spinti tanto da forze interiori quanto da stimoli esterni. Queste forze interiori provengono da una sorgente profonda che non è alimentata dalla coscienza e sfugge al suo controllo.
Nell’antica mitologia queste forze erano chiamate mana, spirito, demoni o dei. Esse sono sempre attive anche oggi. Se si conformano ai nostri desideri, parliamo di ispirazione o di impulsi felici e ci compiacciamo di essere tipi intelligenti. Se queste forze ci sono sfavorevoli diciamo che si tratta di mancanza di fortuna o che certe persone ci sono ostili o che la causa della nostra disgrazia deve essere patologica. La sola cosa che non sappiamo ammettere è che dipendiamo da potenze che sfuggono alla nostra volontà. È per altro vero che negli ultimi tempi l’uomo civilizzato ha acquisito una certa dose di volontà, che può usare come meglio crede. Ha imparato a svolgere il proprio lavoro efficacemente senza ricorre al canto o al tam-tam per ipnotizzarsi. Può anche tralasciare la preghiera quotidiana con la quale implorava l’aiuto di Dio. Può compiere ciò che ha deciso di fare e, almeno apparentemente, tradurre le sue idee in azioni senza ostacoli mentre il primitivo sembra essere bloccato ad ogni passo da paure, superstizioni, ed altri invisibili ostacoli. Volere è potere riassume la superstizione dell’uomo moderno.
Ma l’uomo contemporaneo sostiene questa convinzione al prezzo di una notevole mancanza di introspezione.
Non si accorge che, malgrado il suo raziocinio e la sua efficienza, è sempre posseduto da potenze che sfuggono al suo controllo. I suoi dei e i suoi demoni non sono affatto spariti. Hanno semplicemente cambiato nome. Lo tengono in sospeso con l’inquietudine, con vaghe apprensioni, con complicazioni psicologiche, col bisogno insaziabile di pillole, d’alcool, di tabacco, di nutrimento e soprattutto con una varietà impressionante di nevrosi.

Crediti
 Carl Gustav Jung
 L'homme et ses symboles
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Quotes per Carl Gustav Jung

L'attributo di istintuale spetta solo a quei processi inconsci ed ereditari, che si manifestano uniformemente e regolarmente. Nel contempo essi devono recare i segni di un'indefettibile necessità, cioè possedere una natura riflessa del tipo indicato da Herbert Spencer. Questi processi differiscono dai semplici riflessi senso-motorii solo per la maggiore complessità.  Istinto e inconscio

[Affermava di sentirsi diviso in due] Da una parte il buon padre di famiglia e stimato medico, dall'altra una sorta di sciamano che lottava con i blocchi della coscienza.

Chiunque si identifichi con la psiche collettiva o, in termini mitologici, si lasci divorare dal mostro, e si annichilisca in esso, arriva al tesoro vigilato dal drago, ma vi arriva contro la sua volontà e con tutto danno per sé stesso.

Taluni individui, dotati di un intuito particolarmente vigile, diventano consapevoli dei mutamenti che si stanno verificando e li traducono in idee comunicabili. Queste idee si diffondono rapidamente perché, nel contempo, nell'inconscio degli altri individui sono in atto modificazioni parallele.

La coscienza dell'io è come un'isola che emerge da un oceano di mistero  L'io e l'inconscio