Mena però era tranquilla, e s’era rimessa la spadina d’argento nelle trecce da sé stessa, senza dir nulla. Adesso aveva tanto da fare nella casa nuova, dove bisognava mettere ogni cosa a un altro posto, e non si vedeva più il nespolo e la porta della cugina Anna e della Nunziata. Sua madre la covava cogli occhi, mentre lavorava accanto a lei, e l’accarezzava col tono della voce, quando le diceva, — dammi la forbice, o, tienmi la matassa — che se la sentiva nelle viscere, la sua figliuola, ora che tutti le voltavano le spalle; ma la ragazza cantava come uno stornello, perché aveva diciotto anni, e a quell’età se il cielo è azzurro vi ride negli occhi, e gli uccelli vi cantano nel cuore. Per altro il cuore non ce lo aveva mai avuto per quel cristiano, lo disse all’orecchio della mamma, mentre ordivano la trama. La madre era la sola che le aveva letto in cuore, e che ci avesse lasciata cascare una buona parola in quell’angustia. — Almeno se ci fosse compar Alfio, non ci avrebbe voltate le spalle anche lui. Ma quando sarà il tempo del vino nuovo tornerà qui.
Tranquillità di Mena: nuova vita nella casa
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Quotes per Giovanni Verga
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