Turbata da incerte passioni
Per qualche giorno ella non vide i suoi vicini. Udiva spesso la voce della vecchia parlare forte, o chiamare il figlio con tono di sorda cantilena; ma, come per un’intesa segreta, sia lei che gli altri due evitavano d’incontrarsi. Ella aveva la sensazione che madre e figlio si fossero tracciato intorno un cerchio magico che a lei non era permesso oltrepassare. E rimaneva fuori dalla linea, affascinata e spaurita. Ma, invece di godere della pace che aveva sperato dalla campagna, come una sonnambula si aggirava per le stanze, turbata da incerte passioni. Talvolta la coglievano leggeri assopimenti, da cui si riscuoteva con un balzo, indolenzita e stupefatta, come chi sia gettato violentemente in un luogo estraneo.
In uno di tali risvegli, sul tardo pomeriggio, si stupì di trovarsi dentro la luce riflessa dal fiume, che batteva sulle pareti con larghe ondate scintillanti. Le parve di approdare, sorda e ubriaca, ad una riva remota, e soltanto dopo qualche secondo si accorse che Giuseppe le era accosto; era in ginocchio davanti a lei, con occhi sorridenti e perduti in una adorazione fanciullesca.
Impaurita balzò in piedi.
– Sono io, – egli balbettò. Il viso di lei impallidiva, una fiamma le guizzò sulla pelle, e un flutto bruciante di sangue le si rovesciò sul petto. Con mani malsicure ed avide gli toccò i capelli, e così per un attimo oscillarono travolti dalla luce. Allora il giovane le cinse i fianchi con le braccia, e silenzioso appoggiò la bocca sul ventre sterile.

Crediti
 Elsa Morante
 Lo scialle andaluso
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