– Dove va a parare? – dirà qualcuno. Sentite dove portiamo il discorso. Se uno cercasse di togliere le maschere agli attori che recitano sulla scena e di mostrare agli spettatori il loro aspetto vero e naturale, non rovinerebbe l’intero dramma e non meriterebbe, secondo gli altri, che tutti lo cacciassero dal teatro a sassate come un pazzo furioso? Improvvisamente le cose assumerebbero un altro volto, chi prima era donna adesso è un uomo, chi prima era giovane subito dopo è vecchio…sopprimere l’inganno, però, significa scompigliare tutto quanto il dramma. È proprio la finzione, il trucco che cattura l’attenzione degli spettatori. L’intera vita dei mortali, poi, cos’altro è se non un dramma in cui diversi attori si fanno avanti con maschere diverse e recitano ognuno la sua parte, finché il regista non li fa uscire di scena? Spesso però fa uscire la stessa persona truccata diversamente, sicché chi aveva fatto prima il re vestito di porpora ora rappresenta il servo straccione. Tutto finto, certo, ma questo dramma non si può rappresentare altrimenti.
Tutto finto
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