Un linguaggio viscerale

C’era bisogno della vita, della morte
C’era bisogno della lirica, bisogno dell’amore,

C’era bisogno di te e della Regina polacca
[…] della vodka e della saliva.

Poche, indicative e sintetiche strofe illustrano la poetica di Rafał Wojaczek. In questi quattro versi si cela difatti il suo intento lirico, l’esigenza di una poesia interamente concentrata sui grandi temi della vita, della morte, dell’amore e dell’affanno umano. Tuttavia, sebbene l’oggetto poetico è anche troppo comune, la poesia di Wojaczek si distingue per il modo rude, brutale, certamente stravagante della sua composizione. Il suo è un linguaggio viscerale, scosceso e corporeo. La lirica trasuda fisicità, mentre le parole sono gettate l’una dopo l’altra con forza e impatto immediato. Wojaczek non è un poeta che segue le convenzioni retoriche, benché dietro i suoi eccessi si nasconda una brillante conoscenza della materia. La poesia non è servita con eleganza, accomodata e limata scolasticamente, ma lascia libero corso al sensualismo lirico, alla seduzione poetica, al corpo nelle sue varie metafore e dimensioni.

Crediti
 Paulina Spiechowicz
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