Una cosa sola con l'Assoluto
L’accettazione pura dell’essere non conserva nulla per sé stessa, non ha riserve, si abbandona, si crede nella sua effettiva intenzione ed è il pensare nella perfetta e semplice identità con l’essere.

Decisamente, se non è mia, la filosofia è una cosa sola con l’Assoluto, sua autocomprensione, anche se resta affatto incomprensibile perché ve ne debba essere bisogno; se tolgo alla filosofia tutto ciò che attiene alla mia formulazione, come mio modo di dirla, ciò che resta non è filosofia nel senso usuale, collocantesi tra altre comparenti nella storia, ma l’Assoluto stesso. Continuare a denominarla filosofia è continuare nell’ambiguità: da un canto si rischia di assolutizzare proprio quell’appartenenza a me che non ha valore alcuno — avrebbe valore solo se io ne avessi, ma è filosofando e quindi per il valore della filosofia che io perverrei a dirmi valore — o si risolve, dall’altro, equivalentemente, la filosofia come tale nell’essere mia, così che, identificandosi radicalmente con me in quanto io — senza filosofia — cessa di essere, si muore.

Crediti
 Giovanni Romano Bacchin
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