
Ero nell’universo, su un enorme blocco di pietra in cui era costruito un tempio. Ne scorgevo l’ingresso illuminato da mille piccole fiammelle, alimentate da olio di cocco, e sapevo di dover entrare nel tempio, dove avrei raggiunto la conoscenza totale.
Ma proprio in quell’istante appariva un messaggero dal mio mondo (che fino allora costituiva un angolino del tutto insignificante dell’universo) e diceva che io non potevo abbandonarlo; e proprio allora la visione svanì.
Da quel momento dormii per tre settimane di seguito [di giorno], ma ogni notte mi svegliavo nell’universo, rivivendo tutta la mia visione.
Non ero io ad essere congiunto a qualcuno o a qualcosa, ma era la congiunzione stessa, era il hieròs gámos, l’agnello mistico.
Era una festa, una festa silente e invisibile, pervasa da un sentimento incomparabile, ineffabile di eterna beatitudine; mai avrei pensato che un sentimento del genere potesse far parte dell’esperienza umana.
Osservata dall’esterno e finché si rimane fuori, la morte appare enormemente crudele. Ma appena vi si è dentro, si prova un sentimento così intenso di compiutezza, di pace, di soddisfazione che non si vorrebbe più tornare indietro.
Quotes per Carl Gustav JungIl vantaggio della proiezione consiste nel fatto che ci si libera definitivamente (almeno in apparenza) di un conflitto penoso: ne divengono responsabili un’altra persona o circostanze esterne. Simboli della Trasformazione
L'affermazione del cuore riguarda sempre l'insieme - al contrario dell'intelletto discriminante. Le fibre del cuore echeggiano, come l'arpa eolia, unicamente al soffio dell'umore pieno di presentimenti che nulla soffoca, ma che è in ascolto. Ciò che il cuore sente sono le grandi cose della vita, gli avvenimenti vissuti, mai organizzati da noi ma sempre subiti. L'âme et la vie
Questa fastidiosa caratteristica del barbaro era evidente anche in Nietzsche, certo per esperienza personale, ed è per questo che egli aveva un alto apprezzamento della mentalità ebraica e predicava la danza e la leggerezza e non di prendere sul serio le cose. Però non ci si accorgeva che non è il barbaro che prende le cose sul serio, ma che sono le cose a diventare serie per lui. Egli era preso dal dèmone. E chi prende le cose più seriamente di Nietzsche stesso? L'inconscio
L'istinto è un fenomeno fondamentalmente collettivo, vale a dire universale, la cui manifestazione è regolare, e che non ha niente a che vedere con l'individualità. Gli archetipi hanno questa qualità in comune con l'istinto e sono anch'essi fenomeni collettivi.
Nella seconda notte che seguì alla creazione del mio Dio una visione mi annunciò che avevo raggiunto il mondo infero. Mi trovo in un ambiente buio col soffitto a volta, il suolo è lastricato di pietre bagnate. Nel mezzo si erge una colonna da cui penzolano corde e ganci […].
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