Nella perdita assoluta di un orizzonte tutto diviene il soggetto di una disputa, in una lotta furiosa tra mostri. Tetsuo. Concentrarsi della deformità della narrazione attorno a un corpo pellicolare, non più di carne, più fragile di un sogno, più pesante del metallo. Una grana pittorica, al di là delle insidie oleografiche, oltre la pittura, nell’intensità tutta filmica del riquadro, si annega nell’essenza figurativa del cinema di Shinya Tsukamoto, fingendo di trovare un potere di investigazione rispetto al mondo, o al set: dissolvendo il set, concentrando il mondo in un solo o un milione di fotogrammi. Si capisce in questa direzione (nel dissolvimento per accumulo di ogni direzione) la tendenza forte alla sparizione, all’oblio e al cedimento di fronte alla cosa vista, come la coscienza di una possibilità di visione che si nega e la perdita, allora, oltre questa negazione. Cecità ostinata, estasi. Se uno stato di coscienza cessasse di mutare, la sua durata cesserebbe di fluire.
Una grana pittorica
Crediti
Ancora nessun commento