L’abbracciai forte, Molly, con tutto il coraggio che ancora avevo nella carcassa. Provavo una gran pena, autentica, per una volta, per me, per lei, per tutti gli uomini.
È forse questo che cerchiamo, nient’altro che questo, provare la più gran pena possibile, per essere noi stessi almeno una volta, prima di morire.
Sono passati lunghi anni da quella partenza e poi ancora anni.
Ho scritto sovente a Detroit, a tutti gli indirizzi che mi ricordavo, a tutti quelli che potevano conoscerla, seguirla, Molly. Non ho mai ricevuto risposta. Il casino adesso è chiuso, è tutto quello che ho potuto sapere.
Buona, ammirevole, Molly. Vorrei che lei sapesse, se ancora mi può leggere da qualche parte, in qualche posto che non conosco, che l’amo ancora e sempre, a modo mio, che non sono cambiato per lei e che se vuole può raggiungermi, per dividere il mio pane e il mio destino furtivo. E se non è più bella, ebbene, tanto peggio! Ho conservato tanta della sua bellezza così calda, così viva, dentro di me, che ne ho ancora per tutti e due, per vent’anni almeno, il tempo di arrivare alla fine.
C’è voluta proprio della follia per lasciarla, della specie più brutta e fredda! In ogni caso ho conservato la mia anima fino a oggi e se la morte domani dovesse arrivare, non sarei mai, ne sono certo, così freddo, cinico e volgare come tutti gli altri, per quel po’ di gentilezza e di sogno che Molly mi ha regalato in pochi mesi d’America.
Viaggio al termine della notte
Traduzione di Ernesto Ferrero
SchieleArt • Sitzender weiblicher rueckena •
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