Non ci manca certo la comunicazione, anzi ne abbiamo troppa; ci manca la creazione. «Ci manca la resistenza al presente».
Appartiene essenzialmente al masochismo l'esperienza dell'attesa e della sospensione. Le scene masochiste comportano veri riti di sospensione fisica, di legatura, di agganciamento, crocifissione. La sospensione masochiana è essenzialmente differimento, attesa. Abbiamo accennato al fatto che non è in sé la frustata o il tacco che colpisce ad incantare i personaggi masochiani, quanto il momento che li precede, l'aspettativa del dolore. Masochista è colui che vive l'attesa allo stato puro.
Il pensiero, nessuno lo prende molto sul serio, tranne quelli che si considerano pensatori o filosofi di professione. Ma questo non impedisce affatto che esso abbia i suoi apparati di potere - e che sia un effetto del suo apparato di potere il fatto che possa dire alla gente: non prendetemi sul serio perché io penso per voi, perché vi do una conformità, delle norme e delle regole, un'immagine, alle quali voi potrete tanto più sottomettervi quanto più direte.
In realtà, questo sistema in cui viviamo non può sopportare nulla: di qui la sua radicale fragilità in ogni punto e nello stesso tempo la sua forza complessiva di repressione.
È nel punto mobile e preciso, in cui tutti gli eventi si riuniscono così in uno solo, che si opera la trasmutazione: il punto in cui la morte si rivolge contro la morte, in cui il morire è come la destituzione della morte, in cui l'impersonalità del morire non segna più soltanto il momento in cui io mi perdo fuori di me, ma il momento in cui la morte si perde in sé stessa, e la figura che la vita più singolare assume per sostituirsi a me.
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