Egon Schiele - Leopold Czihaczek al PianoLeopold Czihaczek al Piano (1907) non si offre come un formale ritratto di committenza, bensì come un’opera di profonda intimità, uno squarcio sulla sfera emotiva e sul legame affettivo che univa il giovane Egon Schiele a suo zio e tutore, Leopold Czihaczek. L’opera trascende la semplice raffigurazione fisionomica per addentrarsi in un territorio più intimo e personale, rivelando la sensibilità e la capacità introspettiva che caratterizzeranno la produzione matura di Schiele. L’analisi dell’immagine rivela immediatamente la figura di Leopold Czihaczek (1842–1929) seduto al pianoforte, immerso nell’esecuzione musicale, in un atteggiamento di profonda concentrazione. La scena è ambientata nella sala musica del suo appartamento in Zirkusgasse a Vienna, ambiente che, secondo testimonianze, ospitava due pianoforti a coda, suggerendo un ambiente dedicato alla musica e alla cultura. Czihaczek è rappresentato di profilo, con il volto parzialmente in ombra, in un cosiddetto profilo perduto, incorniciato dalla luce che filtra dalle finestre, creando un suggestivo gioco di luci e ombre che avvolge la scena in un’atmosfera di intimità e raccoglimento.

Questo espediente compositivo, che nasconde parzialmente il volto del soggetto, non ne diminuisce l’espressività, ma anzi la accentua, concentrando l’attenzione dello spettatore sugli spartiti musicali posti sul leggio e sulle mani del pianista, suggerendo una profonda concentrazione e un totale abbandono alla musica. La composizione orizzontale del dipinto, scelta inusuale per un ritratto, enfatizza l’ampiezza dello spazio e la centralità del pianoforte, che diviene il fulcro della scena. L’uso drammatico di luci e ombre, che creano un forte contrasto tra le zone illuminate e quelle in ombra, contribuisce a creare un’atmosfera di intimità e raccoglimento, quasi a voler preservare un momento privato e prezioso. La dinamica delle pennellate, visibili e materiche, converge verso l’angolo inferiore destro, conferendo un senso di unità compositiva all’opera e guidando lo sguardo dello spettatore verso il dettaglio delle mani. Un dettaglio significativo, come evidenziato nel testo, è la resa sfocata delle mani del pianista, quasi staccate dal resto del corpo: This is emphasized by the hands which the artist rendered in a deliberately blurry manner, as if detached from the rest of the body. (Questo è enfatizzato dalle mani che l’artista ha reso in modo deliberatamente sfocato, come se fossero staccate dal resto del corpo.). Questa scelta stilistica, lungi dall’essere un errore tecnico, enfatizza ulteriormente l’immersione nell’esecuzione musicale, suggerendo il movimento rapido delle dita sui tasti e la loro immaterialità di fronte alla potenza della musica. Il colore è sobrio e armonioso, con tonalità di marrone, ocra, grigio e bianco che creano un’atmosfera calda e accogliente.

L’opera si colloca in una fase cruciale per la formazione artistica di Schiele, un periodo di transizione in cui le influenze tardo-impressioniste si fondono con tendenze naturalistiche e una crescente attenzione all’espressività personale, anticipando alcuni elementi che caratterizzeranno il suo stile maturo. Questo dipinto rappresenta una fase iniziale del suo percorso, precedente alla piena affermazione del suo stile espressionista, che lo consacrerà come uno dei maggiori esponenti di questo movimento. I temi principali che emergono dall’opera sono il ritratto intimo, la rappresentazione della musica come esperienza sensoriale e la relazione affettiva tra Schiele e il suo tutore. Come affermato nel testo: The close-up view of the piano player, his head shown in lost profile framed by the bright window panes and the resulting focus on the sheets of music combine to convey an effect of complete immersion in sound. (La vista ravvicinata del pianista, la sua testa mostrata di profilo perduto incorniciata dalle luminose vetrate e la conseguente attenzione agli spartiti musicali si combinano per trasmettere un effetto di completa immersione nel suono.), il dipinto trasmette efficacemente la sensazione di profonda concentrazione e coinvolgimento nella musica, come se Czihaczek fosse completamente assorbito dal suono che produce. La figura di Czihaczek, che assunse il ruolo di tutore dopo la morte del padre di Schiele, assume quindi un significato ancora più profondo, diventando simbolo di stabilità e di supporto affettivo in un momento difficile per il giovane artista, un punto di riferimento fondamentale per la sua crescita personale e artistica.

Leopold Czihaczek al Piano non è solo un ritratto, ma una testimonianza di un legame affettivo profondo e di un momento importante nella formazione artistica di Schiele, un’istantanea di un’intimità familiare che si manifesta attraverso la musica. La sua collocazione al Leopold Museum, grazie al prestito di una collezione privata, permette al pubblico di apprezzare un tassello fondamentale per la comprensione dell’evoluzione stilistica del maestro austriaco e del suo rapporto con la figura dello zio. Il lascito di quest’opera risiede nella sua capacità di catturare l’intimità di un momento e di trasmettere la passione per la musica attraverso un linguaggio pittorico ancora in fase di definizione, ma già ricco di suggestioni e di una profonda sensibilità emotiva.

Specifiche di base
Crediti
 Joe Conta
 Analisi critica delle opere di Egon Schiele
 SchieleArt •  Leopold Czihaczek al Piano • 



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     Egon Schiele  

  • Per Egon Schiele, il disegno non era uno studio preparatorio, ma un campo di battaglia espressivo autonomo. La linea diventa un bisturi che incide la superficie per rivelare la tensione nervosa, la fragilità ossea e l'essenza psicologica del soggetto.
     Jane Kallir    Egon Schiele. L'opera grafica

  • Wally Neuzil non era solo la modella di Egon Schiele dall'inizio 1911, ma anche la sua fidanzata e compagna fedele fino alla primavera del 1915. Dopo aver iniziato come uno dei tanti modelli, ben presto ha avuto un ruolo fondamentale nella vita e nelle opere di Schiele. Lo stesso Schiele creò la sua visione di un artista, attraverso le sue opere, mentre Wally rivelò un mondo che era indispensabile per questo sviluppo.
     Wikipedia  

  • Nei primi anni del 1900 Walburga Wally Neuzil era la misteriosa musa del pittore austriaco Egon Schiele. Apparse in molti dei suoi dipinti (tra cui alcuni erotici), ed era considerata la sua amante, e si prodigò per vendere le opere dell'artista. Il Ritratto di Wally è uno dei capolavori dell'artista, datato 1912, ed è stato soprannominato la Mona Lisa di Vienna.
     Anna Maria Tocchetto  

  • La vita e l'arte di Egon Schiele sono inseparabili
     Jane Kallir    Egon Schiele: The Complete Works

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